Progetti di una comunita’ embrionale

Apriamo questa sezione del sito per cercare di dare un contributo alla crescita di una progettualita’ territoriale a cui dedicare energia ed intento.

La buona riuscita dei progetti sta principalmente nella loro socializzazione a livello embrionale, ma questa e’ generalmente inibita dalla competizione nella corsa all’oro.

Aver accesso ai finanziamenti e’ generalmente considerato risultato di intrallazzo, nella narrazione che vuole consegnare un ruolo di primo piano nell’economia italiana a chi gioca sporco. Ma la realta’ sembra ben differente se la maggior parte dei finanziamenti pubblici non vengono neanche utilizzati e vengono restituiti al mittente.

Per questo immaginiamo una comunita’ che si adopera per delineare progetti, cercare i finanziatori, e realizzarli.

Per avere un minimo di chance servira` un accordo di “partenariato” con associazioni, enti, privati cittadini. Invitiamo pertanto a visionare il progetto in questione, e a dare il proprio sostegno:

scrivendo una mail a progetto@istrix.it con la propria adesione, possiamo chiarirci meglio i numeri su cui possiamo contare per dimostrare la fattibilita’ della cosa.

Dovremo quantificare ogni cosa… a partire dai potenziali usufruttori del progetto. Senza dimenticare che cerchiamo pure sponsor / finanziatori dal momento che una quota del 25% del costo del progetto non e’ coperta dal finanziamento (che riguarda il 75% delle spese) e che dovremo dunque metterci mano con le nostre palanche, organizzando raccolte fondi nei territori dei vari comuni interessati.

Una breve, ma necessaria introduzione

La Liguria e’ la regione italiana piu’ caratterizzata da un’estrema polarizzazione dello sviluppo antropico nei pressi delle zone costiere.

Il bando in questione fa riferimento alle zone periurbane e questo impone come prima riflessione quella di definirne i contorni in riferimento al nostro territorio, la riviera di Levante, nella fascia che va da Chiavari a Sestri Levante.

La costa e, in linea generale, il fondovalle della riviera sono le uniche zone definibili come ‘urbane’ in un territorio prevalentemente montuoso e scarsamente abitato. A ridosso di queste zone “fortemente” antropizzate si trovano catene montuose senza soluzione di continuita’, caratterizzate dalla quasi totale assenza di collegamenti tra la costa e le aree interne, ad eccezione della strada di fondovalle che risale il fiume Graveglia e del passo tra Iscioli e Montedomenico.

A causa della particolare morfologia ed asperita’ del territorio, nel corso dei secoli, lo sviluppo delle aree interne e’ stato molto limitato e caratterizzato dalla progressiva erosione della compagine sociale che per millenni ha sostenuto un presidio territoriale caratterizzato principalmente dal ricorso all’economia di sussistenza e al mutuo appoggio, imprescindibile per realizzare quelle ingenti opere quali canalizzazione ed irregimentazione delle acque, costruzione e manutenzione di terrazzamenti necessari a trasformare aridi versanti montuosi in zone dove potesse aver luogo una coltivazione di sussistenza.

L’asperita’ del terreno, l’impossibilita’ di godere dei benefici della meccanizzazione dell’agricoltura, il non aver beneficiato di alcun regime fiscale di vantaggio a differenza di altre regioni “svantaggiate” hanno reso la Liguria una terra sempre piu` caratterizzata da un sentimento di pessimismo, fastidio ed ineluttabilita’ che nel folklore si esprimono nella “tipica accoglienza ligure”. Ma – cinico umorismo a parte – la verita` e’ che la Liguria e’ la regione piu’ vecchia d’italia e anche se i (pochi) giovani rimasti a presidiare i territori montani non nutrono grandi speranze per l’avvenire, quello di cui certo non difettano e’ la caparbieta`.

Elemento, questo, che ha fatto si’ che grazie ad un’esperienza aggregante e socializzante quale il Circolo Matteotti di Santa Vittoria (Sestri Levante), associazione di promozione sociale le cui origini risalgono al lontano 1949, nascesse e si formalizzasse nel 2018 una Cooperativa di Comunita’, la Cooperativa Istrice, che opera nell’ambito della Cura e Manutenzione del Paesaggio.

La dizione di Cooperativa di Comunita’ chiama direttamente in causa quello che crediamo essere una risposta al crescente disagio economico e sociale: la creazione di comunita’, a livello non esclusivamente territoriale ma soprattutto ideale, caratterizzate da innata resilienza al mutamento economico e sociale oggi in atto per il solo fatto di r/esistere, e che riescono a proporsi come soggetti proattivi per rimettere al centro la manutenzione del proprio territorio, valorizzando quegli elementi di tipicita’ della tradizione montanara, di scarsa rilevanza ai fini della speculazione commerciale, ma di primaria importanza per mantenere vitale l’assetto territoriale.

Il Progetto

Stante la situazione di immobilismo in cui si trovano costrette sia l’economia delle aree interne sia l’economia delle aree di costa, il primo passaggio fondante di un’economia di comunita’ risulta essere la messa in collegamento della fascia costiera con le aree interne.

Presa la rete sentieristica esistente come base di partenza, quello che abbiamo in mente e’ la realizzazione di un anello, integrando l’infrastruttura esistente mediante l’apertura di nuove vie e ciclovie, fruibili – anche se non per l’intero tratto – da persone con disabilita’ motorie piu’ o meno gravi, che colleghi la costa della Riviera di Levante (Sestri Levante, Lavagna, Cogorno) con l’Alta Via dei Monti Liguri (Ne, Monte Zatta).

All’interno dell’anello, prevediamo la costruzione di un rifugio / tappa, raggiungibile tramite strada forestale (gia’ esistente), con annessi box per cavalli e piccola officina per manutenzione delle biciclette. Questo allo scopo di rappresentare un punto di collegamento col territorio, proponendosi come luogo deputato alla realizzazione di conferenze, dibattiti, mostre, in grado di fornire alle vallate un luogo dedito al sostegno di quella comunita’ la cui dissoluzione e’ causa e, allo stesso tempo, conseguenza del dissesto economico e sociale.

Obiettivi del progetto:

-Riqualifica del territorio: ripristino di una rete di sentieri e percorsi naturalistici sottraendoli all’attuale incuria e abbandono.

-Riavvicinare le persone ai monti e ai boschi dando anche la possibilità ai portatori di handicap, persone con difficoltà motorie, anziani delle case di riposo, etc di fruire di una parte dei percorsi.

-Occupazione: nella realizzazione del progetto, nella manutenzione del progetto.

-Aiutare l’economia delle zone rurali ad esempio i settori dell’agroalimentare locale, l’artigianato e la ristorazione.

-Mettere a disposizione ai fruitori del progetto informazioni sulla fauna e flora: sensibilizzare al rispetto della natura.

-Fare in modo che l’impatto ambientale del progetto sia minimo.

Svolgimento del progetto e piano lavori

I_ Riapertura dei sentieri, mulattiere e vie di accesso in generale:

  1. Ripulire i sentieri dalla vegetazione;
  2. Aggiustare eventuali crolli e smottamenti, mettere in sicurezza le zone a rischio idrogeologico;
  3. Restauro dei passaggi sui corsi d’acqua: ponti e attraversamenti;
  4. Mettere in sicurezza le specie arboree lungo il tragitto;
  5. Pulire le sorgenti d’acqua e ristrutturare le fontane;
  6. Riorganizzare i tracciati con adeguata segnaletica e cartellonistica.

II_Studio in loco per l’individualizzazione e differenziazione dei percorsi:

  1. Percorso attrezzato di breve durata e lieve difficoltà per i portatori di handicap;
  2. Percorsi di media durata per escursioni giornaliere;
  3. Percorsi attrezzati di lunga durata e media/alta difficoltà;
  4. Percorso per la ciclovia;
  5. Individuare aree sosta e aree picnic;
  6. Progetto per il restauro dei rifugi esistenti,valutazioni sulla costruzione di nuovi.

III-Realizzazione aree sosta:

  1. Punti acqua:prelievo campioni e relative analisi;restauro o costruzione fontane
  2. Realizzazione in pietra di punti fuoco dove possibile;
  3. costruzione di panche e tavoli in legno;
  4. potatura e messa in sicurezza degli alberi,abbattimento delle piante secche o pericolose;
  5. Costruzione latrina;utilizzando metodi ecologici;
  6. Costruzione di una tettoia o piccola struttura coperta dove ripararsi;
  7. Installazione pannelli con mappe geografiche dei percorsi e spiegazioni sulla flora e fauna della zona;
  8. Delimitare l’area con eventuale recinto;

IV- Realizzazione ciclovia:

  1. Allargamento dei sentieri dove passeranno le biciclette:
  2. Pulizia dei rami bassi che possono essere d’intralcio ai ciclisti;
  3. Fornire le aree di sosta con attrezzi utili per piccole riparazioni;
  4. Montare dei portabici nelle aree di sosta;

V- Realizzazione percorso per portatori di handicap:

  1. Il percorso deve essere raggiungibile via strada sia all’inizio sia alla fine del sentiero
  2. Il sentiero va spietrato e dev’essere percorribile in sedia a rotelle dove necessario verranno montate pesserelle e rampe in legno o pietre;
  3. Costruzione di un corrimano lungo tutto il tragitto;
  4. Sistema di allarme nel caso di malore;
  5. Sistema di evacuazione veloce nel caso di malore;
  6. Area sosta con piccolo rifugio dove saranno presenti attrezzature mediche atte al primo soccorso e al monitoraggio di base per le persone anziane;
  7. Piazzola per l’elisoccorso

Considerazioni sulla normativa di riferimento

Legge regionale 11 marzo 2014, n. 4

“NORME PER IL RILANCIO DELL’AGRICOLTURA E DELLA SELVICOLTURA, PER LA SALVAGUARDIA DEL TERRITORIO RURALE ED ISTITUZIONE DELLA BANCA REGIONALE DELLA TERRA”

L’istituzione della Banca Regionale della Terra nel nostro territorio non ha sortito gli effetti sperati. Ad oggi non sono presenti, nel territorio del levante ligure, segnalazioni di terreni incolti o abbandonati, indice del fatto che tale normativa non pare esser stata recepita nel suo intento principale. Interi versanti boschivi sono di fatto in stato di totale incuranza ed abbandono. La riqualificazione del territorio deve partire dalla considerazione che tale input normativo sia stato disatteso, sintomo che e’ venuta a mancare la necessaria interfaccia tra il mondo delle leggi e il vissuto reale. Intendiamo adoperarci in tal senso, provvedendo a colmare quel vuoto che si e’ venuto a creare nel corso del tempo.