Riflessioni sull’incontro di NaPaDeMa 2025, svoltosi in Puglia ad Urupia

Sarebbe interessante abbozzare delle riflessioni sulla tre giorni. Provo a dare un piccolo contributo sperando che possa uscirne fuori un dialogo.

Per la prima volta dopo tanti anni sono tornato a parlare apertamente di quello che mi sta a cuore e il non trovarmi di fronte a un muro mi ha riempito di gioia. Se da un lato l’essere in un luogo – Urupia – che fa dell’autogestione il proprio pane & tarallo quotidiano ha reso il tutto piu’ semplice, un altro elemento fondamentale che ha contribuito alla riuscita della comunicazione e’ stato l’atteggiamento di curiosita’ e disposizione all’ascolto che, di questi tempi, sono grasso che lubrifica quel meccanismo poco oliato dell’organizzazione.

A volte ci ritraiamo dall’utilizzare parole per via del significato che hanno preso, quella “risemantizzazione” ad opera del sistema di pensiero dominante che oggi viene chiamata cancel culture, un esercizio continuo di sovrascrittura che procede, a ritroso, nel tempo. E’ palese che sia quantomeno necessario dare uno stop a questo delirio portato avanti da esperti di comunicazione e mass merda, pena l’incomprensione e l’incomunicabilita’ totale.

E per ripartire verso un nuovo orizzonte la prima parola da abolire, che nella nostra lingua non dovra’ avere piu’ spazio ne’ importanza, e’ certamente quel sinonimo internazionale di sofferenza & travaglio che va sotto il nome di lavoro.

Questo era in estrema sintesi il succo del mio intervento ad urupia, ovvero il tentativo di ridefinire un terreno su cui poter operare senza incappare nei lacci della riproduzione dell’esistente, il tutto mediante gli strumenti legali che ‘o sistema nudo e crudo mette a disposizione di chi non sia sprovvisto di volonta’, magari mista ad un pizzico di spregiudicatezza che non guasta mai.

Smascherare il ruolo contenitivo del paraStato e della burocrazia ci porta in ultima istanza a scoprire di essere noi, per noi stessi, i primi agenti della sudditanza (quel “nemico interno” piu’ forte della nostra volonta’) : le pratiche che codificano la norma sociale che vengono attribuite allo Stato e alla legge sono da ascrivere letteralmente a sindacati, patronati, e disciplinatori della normalizzazione extra-legale, al fine di poter individuare gli agenti attivi nella pratica infausta della sottomissione volontaria.

La Burocrazia rappresenta il potere extra-statale ed extra-legale dell’ufficio.

In estrema sintesi, l’aderire alla consuetudine extra-legale e’ il risultato di decenni di rincoglionimento, quello si’, progressivo, ad opera dei sostenitori della necessita’ del lavoro salariato e della conseguente proletarizzazione dell’esistente… da una lettura mal compresa di marx fatta propria dai falsi critici dell’esistente.

Si e’ parlato di Gentrificazione e vorrei fare una piccola digressione sulle gerarchie sociali.

Gentry in inglese indica l’aristocrazia, la classe alta, la piccola nobilta’. Quel qualcosa a cui tenderebbe una parte borghese, nella dinamica di classe piu’ terra terra che la storiografia possa mai partorire. C’e’ poi l’Imborghesimento, l’assumere posture borghesi da parte di chi borghese non e’; e poi esiste anche quell’aspirazione dileggiata come “piccolo borghese” che vede nell’emancipazione dal ruolo di classe subordinata il ricalcare le orme della classe immediatamente superiore in questa supposta gerarchia. Tutto questo beninteso se vogliamo prendere per buona la classificazione-metodologia di analisi storica che ci ha dato il marxismo.

Abbiamo poi la distruzione della classe media, e una sotto-proletarizzazione che avanza a grandi passi rendendo il disastro ogni giorno che passa piu’ evidente e prossimo. La guerra tra poveri dilaga in una reazione a catena micidiale. Gli operai, un tempo visti come membri della classe eletta a demiurgo della rivoluzione sociale, votano lega o meloni ed e’ gia’ dagli anni ‘70 che gli hanno appioppato la nozione di “aristocrazia operaia” che peraltro si tengono ben stretta. I colletti bianchi del cosiddetto terziario avanzato sono invece spremuti come dei limoni e non possono neanche immaginare di uscire dal ruolo in cui sono relegati, quello della produzione immateriale, limitandosi a tirare a campare con stipendi da fame; gli immigrati, sottoproletari, riforniscono di derrate alimentari le grosse catene di distribuzione e la produzione di cibo a basso costo per i proletari difficilmente potrebbe dare salari dignitosi neanche nel migliore dei mondi possibili.

Chi timbra quotidianamente il cartellino della propria sottomissione e’ insomma ben consapevole del proprio essere sfruttato. Ma tutto questo, piu’ che generare coscienza di classe, genera risentimento verso chi non ha accettato quel marchio della bestia chiamato contratto di lavoro, i famosi “lavoratori autonomi”, che vengono invariabilmente inquadrati dai burokrati come privilegiati, sfruttatori, furbetti o “evasori fiscali”, per poi gridare allo scandalo quando e’ l’istat stesso a ridimensionare il concetto di evasione fiscale da parte degli stessi e ad attribuirlo, piuttosto, a multinazionali e grande industria come recentemente accaduto.

E’ qui che entra in gioco la nostra scommessa. Mostrare che gli unici privilegi reali che permettono di ribaltare lo stato di cose presenti ce li portiamo dentro la testa e sono il frutto del ragionamento, dell’abitudine a non delegare e – soprattutto – a non obbedire ad quel ricatto extra-legale introdotto a norma sociale.

Traendo spunto dagli Area, se “L’Estetica del Lavoro e’ lo spettacolo della merce umana” come avevano brillantemente esplicitato, non abbiamo evidentemente piu’ bisogno di un tale feticcio. Forse arrivati a 500 anni dal “trattato sulla servitu’ volontaria” de La Boetie’ e’ giunto il tempo.

Prima assemblea 2025 dei soci

Le iniziative proposte all’assemblea sono visibili QUI

 

Questo venerdi 31 Gennaio 2025 alle 18 si terra’ la prima assemblea 2025 dei soci del circolo. Ordine del giorno:

Tesseramento: decisione assembleare della quota associativa per il 2025

Lavori interni

Utilizzo degli spazi interni / esterni

Iniziative in programma, calendarizzazione

Varie ed eventuali

 

Sabato 7 Dicembre Presentazione “Mirabilia. Il giro del mondo in ottanta oggetti”

“Mirabilia. Il giro del mondo in 80 oggetti”, di Cristina Balma Tivola (con ill. di Alice Piscitelli), Ed. Le Journal des Voyages, p.288, €24,00 (in uscita a novembre 2024).

I Luba del Congo raccontavano il passato facendo scorrere un dito della mano destra su una piastra rettangolare con incastonate perline d’ogni colore quasi fosse uno smartphone. Se tra gli Aborigeni australiani si voleva invitare qualcuno a una festa gli si faceva invece recapitare un bastone in legno inciso per l’occasione secondo un codice si linee e punti. Di persona, un Kanak avrebbe rafforzato il proprio carisma durante un’orazione impugnando un’ascia cerimoniale, ma se l’interlocutore fosse stato un Kiribati sospettoso di rischiare di riceverla in testa avrebbe forse indossato a scopo cautelativo un elmo di pesce palla. Le parole di un predicatore protestante troppo appassionato sarebbero state frenate da una clessidra da pulpito, ma i buddhisti tibetani analfabeti potevano assicurarsi la benevolenza divina semplicemente facendo scorrere le
ruote di preghiera in metallo poste all’ingresso dei templi.
Necessità quotidiane (come mi procuro il cibo, dove dormo, con cosa mi copro, come comunico e mi comporto con gli altri) o questioni esistenziali (chi sono, da dove vengo, che ci faccio qui e perché, dove
vado): le domande dell’essere umano su come portare avanti la propria vita sono sempre le stesse ad ogni latitudine.

Ciò che varia sono le risposte, e ogni cultura propone le sue.
Qui si raccontano ottanta meraviglie della creatività culturale realizzate nel contesto e come parte di queste risposte, e le visioni del mondo che vi stanno dietro. Conosciute o addirittura familiari, ignote e magnificamente sorprendenti, queste soluzioni sono dimostrazioni commoventi e ammirevoli dell’impegno
di uomini e donne per escogitare modi con i quali garantirsi la sopravvivenza e per venire a patti con i grandi interrogativi dell’esistenza.

Cristina Balma-Tivola è dottore di ricerca in Antropologia Culturale, ambito in cui lavora come ricercatrice indipendente muovendosi tra scrittura, video, performance e varie pratiche artistiche.

Alice Piscitelli, diplomata all’Accademia di Belle Arti, è scenografa e costumista per il cinema e il teatro cui aggiunge l’attività di serigrafia e la creazione di oggetti.

Giugno letterario

Giugno letterario al circolo Matteotti

Le presentazioni inizieranno sempre alle 17:00 (cena a buffet a seguire)

 

Venerdi 14 Giugno, Bandierine gialloblu sulla tomba di Nestor Machno? Nazionalismo, anarchismo e altre idee più o meno confuse sulla Rivoluzione russa. Con Giuseppe Aiello

Domenica 16 Giugno, Un Futuro senza avvenire, edizioni Nautilus (link per l’acquisto), con Matteo della Nave dei folli

Sabato 22 Giugno, Lenin e l’Antirivoluzione Russa, con Roberto Massari (link per l’acquisto)

Racconti della resistenza, Ezio Vallerio

Domenica 21 Aprile, Circolo Matteotti, intervento di Ezio Vallerio Formato solo audio per connessioni leggere (tipicamente liguri), e “Partigiani chiamati ribelli” di un giovane sestrino resistente.

Cenni su Bisagno. Dalle conseguenze (disastrose) della pianificazione anglo-americana per i partigiani del tigullio che ha portato agli eccidi piu’ turpi, sant’anna di stazzema, fatti da tedeschi e fascisti per “prepararsi la fuga” in vista del paventato intervento militare degli alleati, al revisionismo sulla figura di Bisagno “Bisagno lo vogliono presentare come uno che mangiava particole (in chiesa) ma questi non conoscono la storia”

sul “Codice Cichero”

Video .mp4

 

Partigiani chiamati ribelli

 

Sabato 9 Marzo Terzo Torneo “Nicola Caranza”

Cominciamo a raccogliere le adesioni per il terzo torneo “Nicola Caranza” dedicato alla memoria di chi aveva fatto dello sport, e nello specifico del Sestri Levante, una ragione di vita.
In quelli come noi che lo hanno conosciuto a fondo rimane vivo il ricordo di un animo gentile, e potente, allo stesso tempo, in un’unione – e’ proprio il caso di dirlo – che riporta alla mente la dignita’ di uomini e donne di altri tempi.
Ed e’ forse per contribuire a che “coerenza e mentalita’” ritornino al mondo a cacciare vigliaccheria e disonore nella pattumiera della storia, che vi invitiamo al torneo.
Non abbiamo ancora deciso dove si terra’ il torneo, si accettano proposte nel territorio, ma una sola cosa e’ certa, il torneo si fara’, in ottica sportiva e non competitiva. Preparate le squadre e fatecele avere entro la terza settimana di febbraio, cosi’ possiamo preparare il calendario delle partite.
Potete inviare un messaggio su fessbuk, alla mail del circolo matteotti basse_frequenze@resist.ca e sul sito web del circolo matteotti https://circolo.noblogs.org ci sara’ una pagina dedicata.