Racconti della resistenza, Ezio Vallerio

Domenica 21 Aprile, Circolo Matteotti, intervento di Ezio Vallerio Formato solo audio per connessioni leggere (tipicamente liguri), e “Partigiani chiamati ribelli” di un giovane sestrino resistente.

Cenni su Bisagno. Dalle conseguenze (disastrose) della pianificazione anglo-americana per i partigiani del tigullio che ha portato agli eccidi piu’ turpi, sant’anna di stazzema, fatti da tedeschi e fascisti per “prepararsi la fuga” in vista del paventato intervento militare degli alleati, al revisionismo sulla figura di Bisagno “Bisagno lo vogliono presentare come uno che mangiava particole (in chiesa) ma questi non conoscono la storia”

sul “Codice Cichero”

Video .mp4

 

Partigiani chiamati ribelli

 

Sabato 9 Marzo Terzo Torneo “Nicola Caranza”

Cominciamo a raccogliere le adesioni per il terzo torneo “Nicola Caranza” dedicato alla memoria di chi aveva fatto dello sport, e nello specifico del Sestri Levante, una ragione di vita.
In quelli come noi che lo hanno conosciuto a fondo rimane vivo il ricordo di un animo gentile, e potente, allo stesso tempo, in un’unione – e’ proprio il caso di dirlo – che riporta alla mente la dignita’ di uomini e donne di altri tempi.
Ed e’ forse per contribuire a che “coerenza e mentalita’” ritornino al mondo a cacciare vigliaccheria e disonore nella pattumiera della storia, che vi invitiamo al torneo.
Non abbiamo ancora deciso dove si terra’ il torneo, si accettano proposte nel territorio, ma una sola cosa e’ certa, il torneo si fara’, in ottica sportiva e non competitiva. Preparate le squadre e fatecele avere entro la terza settimana di febbraio, cosi’ possiamo preparare il calendario delle partite.
Potete inviare un messaggio su fessbuk, alla mail del circolo matteotti basse_frequenze@resist.ca e sul sito web del circolo matteotti https://circolo.noblogs.org ci sara’ una pagina dedicata.

Caterpillar AnarkoKabarett

Venerdi 26 Gennaio al Circolo Matteotti

Caterpillar

Come se niente fosse

Appello agli ultimi umani

Caterpillar presenta “Come se niente fosse – Appello agli ultimi umani”, uno spettacolo che prova a indagare le ragioni del disastro che sta avvenendo sotto i nostri occhi, in cui ogni cosa vivente è messa a valore e la vita stessa è ridotta sempre di più a una serie di dati quantificabili, prevedibili e manipolabili.

“Come se niente fosse” racconta la smemoria di una generazione che in un mondo automatico, completamente asservito alla menzogna tecnologica, ha smesso di offendersi e di porsi domande, inebetita dal terrore della morte e dalle lusinghe in 3D della giungla di dispositivi elettronici di cui non riesce più a fare a meno. Ogni cosa, ogni fatto, ogni sopruso finisce per essere inghiottito dall’assuefazione e ignorato, così come le conseguenze di uno stile di vita che è fondato sullo sfruttamento, sull’annientamento dei corpi e del vivente, sulla guerra permanente.

L’individuo, impossibilitato ad essere, può solo accontentarsi di surrogati di vita erogati in serie, pensati, progettati e venduti con lo scopo di abrogare una volta per tutte ogni complessità umana e ogni saper fare. Le libertà diventano concessioni, l’esistenza si disarma del suo mistero, si sopravvive eseguendo ordini nell’ordine in cui vengono ordinati. Pur di non arrendersi all’evidenza, ci si affretta alla rimozione e alla rimozione della rimozione. Sopra tutto, sopra tutti, si rinuncia alla rivolta.

Attraverso la poesia, lo sberleffo e l’invettiva, il protagonista sparso e sperduto di questo monologo sembra attraversare un paese sconosciuto, in cui non riconosce più nulla e da nessuno è riconosciuto. Ma nella partenza era già scritto il traguardo, e forse, in un mondo costruito come una trappola che obbliga a farsi fare la vita da altri, l’unica salvezza possibile è farsela da sé, la vita.