25 aprile 2021
il vecchio racconta che
solo i pesci morti nuotano nella corrente
e, da quel lontano 1945 ad oggi, la corrente - diventata un fiume in piena - ha divelto ogni argine.
Certo bisogna farne di strada, da una ginnastica d'obbedienza,
fino ad un gesto molto più umano che ti dia il senso della violenza
Però bisogna farne altrettanta per diventare così coglioni
da non riuscire più a capire che non ci sono poteri buoni
La narrazione, nella pretesa
autonomia delle scienze dal consesso delle arti
, si
è
fatta nel tempo sistema. Un sistema di liquefazione politica, in cui i valori e i riferimenti adottati, oramai informi, assumono via via le sembianze dei diversi
containers
che li ospitano.
Arrivando da decenni di avallamento delle forme più estreme di marketing dello stesso stantio prodotto, che porta il nome di
società civile,
ci troviamo oggi di fronte alla liquidazione di intere comunità e al loro fatalistico
upgrade
tecno-sociale.
Nuotiamo nella corrente madre di tutte le incomprensioni, un oceano, popolato da zombies, chiamato
senso civico
.
Possiamo venir educati alle buone maniere, alla cura e al rispetto verso il prossimo, alla solidarietà. Ma al
senso civico
non vieni
educato
bensì
istruito
.
Nell'implementazione del
set di istruzioni
del nuovo ordine mondiale, nell'atto di trasformare il libero arbitrio in obbedienza, il primo
step
è rappresentato dalla
paura
, il secondo dalla
perdita di fiducia
nell'umano
in quanto tale
, il terzo dalla
catastrofe.
Fanculo ad Alexa, all'avvento del feticcio
intelligenza
artificiale,
alla piccola talpa autoritaria e all'aquila imperiale.
Rimbocchiamoci le maniche, insieme, per riafferrare il timone della storia. Il treno determinista corre a folle velocita' lungo il binario morto, le sue carrozze politiche ammuffite. Ricominciamo a camminare.
la nostra passione per la libertà è più forte di ogni autorità
Io ero Sandokan
(tratta da C'eravamo tanto amati, di Ettore Scola - Musica di Trovaioli)
intro:
Am
D
Am
D
Am
Am
E
Am
F
G
C
Marciavamo
con l'anima in spalla nelle tenebre lassù
F
G
E
Am
F
G
E
Ma
la lotta per la nostra libertà il cammino ci illuminerà
Am
E
Am
F
G
C
Non
sapevo quale era il tuo nome neanche il mio potevo dir
F
G
E
Am
F
G
Am
D
Am
Il
tuo nome di battaglia era Pinin e io ero Sandokan
Am
E
Am
F
G
C
Eravam
tutti pronti a morire ma della morte noi mai parlavam
F
G
Am
E
Am
Parlavamo
del futuro se il destino ci allontana
F
G
Am
F
G
Am
D
Am
Il
ricordo di quei giorni sempre uniti ci terra
Am
E
Am
F
G
C
E
ricordo che poi venne l'alba e poi qualche cosa di colpo cambiò
F
G
Am
E
Am
Il
domani era venuto e la notte era passata
F
G
Am
F
G
Am
C'era
un sole su nel cielo sorto nella libertà.