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l’assemblea ordinaria del circolo

La trappola dei nuovi OGM

Tratto da: https://www.labottegadelbarbieri.org/la-trappola-dei-nuovi-ogm/

di Gianluca Ricciato. Con gli appuntamenti di maggio e giugno (Roma, Parma, Trento) e link utili. A seguire una riflessione sull’anonimato ai tempi dell’iper-controllo.

Introduzione: la sussunzione

   Inizio questo articolo/intervista con una domanda in realtà retorica: chi si occupa di movimenti – e in particolare di ambiti quali l’ecologia, l’antagonismo alla globalizzazione, le biotecnologie al servizio di multinazionali – non dovrebbe ormai essersi abituato alla tecnica della sussunzione? Il tema poi delle manipolazioni genetiche, in particolare applicate al cibo, agli inizi degli anni Duemila fu un tema portato letteralmente all’emergenza mediatica da parte dei movimenti. Per questo poi diventò tema scottante anche per la politica mainstream e divenne oggetto di dibattiti anche raffinati su quali siano i cosiddetti limiti della scienza, parola che usata in questo modo a livello letterale non vuol dire niente, in realtà figura retorica (la metonimia è: “la scienza dice che…” e si traduce “alcune persone collegate con alcuni studi scientifici dicono che…”).

La sussunzione consiste in questo: un antagonismo che non si può combattere lo si aggira, lo si addolcisce, lo si fa diventare digeribile per una parte di quella popolazione o per quei settori della società civile che erano stati il problema. Forse è solo il mio pensiero di “militante antiglobal” la cui vita è stata modificata dall’assunzione di responsabilità rispetto a questi temi, tanto da non aver più creduto – dopo quell’epoca con epicentro nelle giornate del G8 di Genova 2001 – che potessero essere de-politicizzati i temi che riguardano tutti i tipi di scelte di consumo o non consumo (e la questione si estende non solo ai beni alimentari, ma anche alla produzione capitalista in generale, al rapporto dell’essere umano postmoderno con la t/Terra, alla questione hi/bio-tech e a quella medico-scientifica a tutto tondo che è anche inevitabilmente questione filosofica e culturale).

Per capire meglio la situazione attuale ho pensato di chiedere lumi ad Antonello, che è un compagno di lotte, ha anche competenze biotecnologiche e in questi mesi ha le mani in pasta nelle battaglie di contrasto alla diffusione dei cosiddetti nuovi OGM (Organismi Geneticamente Modificati), noti anche come TEA (Tecniche di Evoluzione Assistita) o NBT (New Breeding Techniques).

Antonello è un nome di fantasia; l’intervistato (o intervistata? chissà) è un* attivista che ha preferito rimanere anonim*. La redazione ha chiesto di spiegare le ragioni della scelta e lui (o lei?) ci ha risposto… e ci è sembrato un discorso importante, come potete vedere nel Post Scriptum.

L’intervista

Grazie intanto di aver accettato questa mia proposta di chiacchierata. Intanto vorrei chiederti un giudizio generale su quanto ho scritto prima, in particolare se ritieni corretta questa analisi sulla dinamica dell’informazione capitalista e sul perché siano riusciti in qualche modo ad “infilare” questi nuovi OGM nella normalità del discorso mediatico, e in questo modo siano riusciti a farli accettare dalla popolazione senza che le persone saltino sulle sedie come accadeva prima quando si sentiva parlare di cibo transgenico.

Ti ringrazio per l’opportunità Gianluca. Intanto c’è da dire che l’informazione su questo tema è molto scarsa, la stragrande parte della popolazione non ne sa nulla. C’è una propaganda portata avanti dalle porzioni dei media mainstream e delle istituzioni più legati all’agroindustria, ma è ancora abbastanza settoriale, anche se sta cominciando a espandersi verso iniziative pubbliche più visibili e purtroppo verso l’intromissione nell’educazione scolastica. È rivolta in primis a mascherare il carattere di ingegneria genetica di queste nuove tecnologie con etichette accattivanti che mimano il lessico biomedico, ma sono totalmente prive di senso, quali TEA – Tecniche di Evoluzione Assistita. Come se la tecnologia potesse controllare e velocizzare i processi naturali di adattamento ambientale. Queste tecniche non possono in alcun modo riprodurre il naturale lentissimo processo auto-orientato di selezione genica e interazione ecologica. La retorica emergenziale si tinge di green, facendo perno sull’urgenza di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici in agricoltura, proponendo queste biotecnologie come l’ennesima panacea, insieme all’elettrificazione “rinnovabile” su scala industriale e all’accelerazione digitale dei processi di produzione alimentare (robot, droni, sensori, ecc.). Si tratta di un copione già visto in passato quando la meccanizzazione fossile, la chimica di sintesi e poi i vecchi OGM hanno aumentato la quantità di produzione e di popolazione, ma non hanno risolto i problemi sociali e di sicurezza alimentare/nutrizionale. Piuttosto hanno contribuito a un sistema industriale che sovra-produce sprechi, devasta territori, biodiversità e cicli idrici (cause originarie dei cambiamenti climatici), genera gerarchie e disuguaglianze, diffonde tossicità ambientali e nutrizionali.

Questa visione è tipicamente “scientista” e riduzionista in quanto sviluppa una forma di fideismo per quelle componenti delle scienze più asservite ai paradigmi tecno-industriali. C’è tutto un mondo accademico di chierici che trae la giustificazione della propria (inutile) esistenza dallo sviluppo tecnologico. Esso non comprende la complessità del vivente e disprezza le fondamentali interazioni socio-ecologiche tra comunità ed ecosistemi. Il vivente è un insieme aperto, molto più della sola genetica e non si presta all’uniformazione. Vengono nascosti gli enormi interessi economici e le pressioni dei pochi soggetti promotori, così come il circolo vizioso di effetti sempre più negativi prodotti dal soluzionismo tecnologico, alle cui nocività pretendono che dovremo adattarci. La propaganda di sistema impartisce accuse di oscurantismo a chi non accetta la dottrina dominante o si rivolta: si vedano i recenti casi – https://www.pressenza.com/it/2025/02/il-sabotaggio-delle-viti-in-valpolicella-per-una-rivoluzione-agroecologica-e-sociale – di sabotaggio/disarmo dei campi sperimentali OGM avvenuti in Italia. Ma la presunta neutralità della scienza e della tecnica è uno specchietto per allodole.

L’attuale percezione popolare del tema OGM vede un’opposizione probabilmente minore rispetto a 20 anni fa, complice l’esperienza del periodo Covid, la crescente medicalizzazione della società e la sua assuefazione e dipendenza sempre maggiore dai sistemi tecnologici. Nonostante ciò sono ancora maggioritari il timore e la resistenza all’uso di alimenti modificati geneticamente. È proprio per questo che i promotori dei nuovi OGM stanno adoperando tecniche di proselitismo particolarmente subdole per confondere le idee. Venendo al tuo argomento sulla sussunzione, la mia impressione è che questa operi depotenziando ogni questione politica orientandola proprio verso specifiche scelte di consumo e di status sociale, anche di nicchia, sempre più regolamentate. In realtà si tratta ben più che di salvare il sistema del consumo e dei diritti. Si tratta di mettere in discussione la struttura della nostra società, per rispondere allo stravolgimento antropologico in atto che sta avvenendo con aggressioni dirette a dominare e mettere a profitto le fondamenta materiali stesse della vita e le capacità di autonomia delle comunità. Finché possibile con la convinta collaborazione dei dominati, altrimenti con la repressione, il disciplinamento, la guerra.

Riusciresti a spiegare in termini semplici in cosa consistono i nuovi OGM e qual è tecnicamente la differenza con i “vecchi”?

I vecchi OGM erano basati sulla transgenesi ovvero l’inserzione di geni provenienti da specie diverse, mentre i nuovi (TEA) utilizzano la cisgenesi ovvero il trasferimento di geni all’interno della stessa specie o più diffusamente l’editing genetico. Si tratta di una tecnica di ingegneria che taglia, cuce e sostituisce il materiale genetico, utilizzando alcuni batteri come strumenti di intervento. Il paradigma di riferimento pretende sempre di individuare le cause di patologie o vulnerabilità in determinati geni, senza considerare i fattori biochimici che regolano l’espressione genica (epigenetica) in risposta alle relazioni ecologiche e ambientali. Benché le TEA vengano sbandierate come tecniche di precisione, gli studi indipendenti evidenziano grossi rischi di produrre mutazioni imprevedibili, con effetti allergenici, tossici, patogenici e di alterazione degli equilibri ecologici. Viene pubblicizzato che questi organismi permetterebbero un minor uso di pesticidi e fertilizzanti, ma la loro monotonia genetica, le imprevedibili mutazioni secondarie e quanto già avvenuto con i vecchi OGM fanno temere che invece questi consumi aumenterebbero. Anche perché le multinazionali che controllano sementi e chimica di sintesi sono ampiamente sovrapposte. Inoltre, a differenza dei vecchi OGM, vengono pubblicizzati ora come fertili, ma questo è tutto da dimostrare e se così fosse comporterebbe rischi di contaminazione molto maggiori.

La produzione di nuovi OGM fa molto affidamento sugli strumenti di digitalizzazione del genoma e sull’intelligenza artificiale per elaborare grandi moli di dati e individuare nuove possibili configurazioni biomolecolari. Inoltre ciò si intreccia con la biologia di sintesi tramite cui in laboratorio viene fabbricato ex novo materiale genetico e biochimico per modificare gli organismi. In questi processi gioca un ruolo importante l’appropriazione delle varietà locali/tradizionali da parte dei centri di ricerca industriale che espropriano i contadini di saperi e capacità pratiche di selezione in campo. L’obiettivo è la brevettazione delle strutture digitali del patrimonio genetico, da cui trarre ritorni finanziari grazie alla commercializzazione dei diritti di proprietà/uso, alla quotazione delle relative società di capitali e all’acquisizione da parte dei mega fondi di investimento. Dal punto di vista degli agricoltori, oltre alla maggior dipendenza dalle grosse agroindustrie, all’aumento del costo delle sementi, sussiste anche il rischio di essere denunciati per la presenza involontaria nei propri campi di tratti genetici brevettati, derivante da contaminazione ambientale. Ciò potrebbe anche minare le coltivazioni biologiche. La deregolamentazione che si sta per realizzare a livello europeo individua una soglia del tutto arbitraria e inconsistente di 20 modificazioni genetiche oltre la quale gli organismi modificati sarebbero da considerare OGM. Sotto tale limite verrebbero eliminati gli obblighi di autorizzazione, valutazione del rischio, tracciatura ed etichettatura. Ovvero, viste le caratteristiche delle attuali sperimentazioni, per tutte.

Come si sono organizzati i movimenti di lotta ai nuovi OGM? In particolare da chi sono composti e se c’è un legame tra le lotte a livello territoriale, nazionale e internazionale.

C’è un collegamento a livello nazionale tra diversi gruppi territoriali di contadini per la sovranità alimentare, ricercatori, attivisti sociali ed ecologisti radicali, alcune associazioni di base. Questo legame avviene all’interno del Gruppo informale No OGM, che per ora si riunisce nell’aggregazione Cambiare il campo! Molti di questi si riconoscono in qualche misura nel movimento Genuino Clandestino. Il nostro approccio è basato sull’autorganizzazione informale e sull’affinità, senza costituzione di strutture intermedie. Sono state organizzate due settimane di mobilitazione nazionale, da Nord a Sud, l’anno scorso e quest’anno, in cui si sono concentrate maggiormente le iniziative di informazione, dibattito, presidi e volantinaggi di sensibilizzazione rivolti soprattutto ai mercati locali degli agricoltori e in particolare a quelli di Campagna Amica della Coldiretti, che si è schierata a favore dei nuovi OGM. Le iniziative sono comunque diffuse e continue anche durante tutto l’anno. Dato che le sperimentazioni in Italia sono finora tutte al Nord, la maggior mobilitazione si è avuta in quelle zone. In Veneto la storica Marcia Stop Pesticidi quest’anno si è svolta anche contro le TEA con una notevole partecipazione. Sia in Veneto che in Piemonte sono state contestate diverse iniziative accademiche e professionali che sostengono i nuovi OGM e l’agricoltura digitale 4.0. Sono stati fatti anche dei “mailbombing” ovvero degli invii massivi di email ai responsabili di alcune aziende biologiche che si prestano alle sperimentazioni TEA, ai relativi enti di certificazioni e alle principali associazioni del biologico che hanno quindi preso posizioni più o meno contro le TEA.

Sul piano internazionale rispetto ai nuovi OGM non c’è ancora un coordinamento dalle iniziative dal basso, mentre ci sono campagne europee di associazioni della “società civile” che in 200 hanno firmato una richiesta alle istituzioni di fermare la deregolamentazione. È ancora presente un richiamo piuttosto esplicito ai movimenti europei, soprattutto francesi, dei “falciatori volontari” che nei primi anni 2000 compivano in massa azioni dirette di resistenza eradicando le piante OGM. A questo proposito, in Italia due sperimentazioni (di riso vicino Pavia e di vite vicino Verona) sono state sabotate o per meglio dire disarmate, da ignoti. Il nostro gruppo ha ritenuto importante far girare comunicati di solidarietà a questo tipo di pratiche, sottolineando il valore politico dell’azione diretta e dell’autorganizzazione. È bene precisare che non si tratta comunque di una rivendicazione di aver compiuto tali atti. Oltre alla lotta contro queste nuove nocività a noi interessa molto promuovere e praticare soluzioni concrete rivolte all’autonomia delle comunità. Come le metodologie di coltivazione agroecologica che interagiscono positivamente con tutto il contesto di biodiversità, con più umani, meno macchine e più convivialità. Come le comunità di supporto all’agricoltura (CSA) in cui ci si divide il rischio agricolo a monte e si va verso le autoproduzioni collettive locali. Come la garanzia partecipativa in cui i consumatori possono visitare le aziende insieme a produttori affini. Come le reti mutuali di piccola distribuzione organizzata (gruppi di acquisto solidali, furgoncini solidali, empori cooperativi) che garantiscono diete più sane e prevengono gli sprechi. Come le scuole contadine in cui ci si forma da pari a pari. Pensiamo che molte più persone dovrebbero occuparsi direttamente della produzione del cibo e dei beni per soddisfare i bisogni primari, tornando nei territori rurali per cercare un equilibrio con le capacità naturali: sarebbe un passo fondamentale per invertire le devastazioni che i sistemi di potere stanno facendo diventare un mondo-guerra. Nello specifico della selezione genetica, la vera alternativa efficace a tutti i tipi di OGM e di biologia di sintesi è il miglioramento genetico partecipativo ed evolutivo, sviluppato insieme dal basso tra contadini e ricercatori a committenza sociale. Da tempo è dimostrato come sia la migliore difesa contro patogeni e alterazioni climatiche. Le pratiche come i miscugli di varietà tradizionali, locali o le popolazioni evolutive di moltissime sub-varietà, in tempi medi producono rese in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti e alle depauperazioni industriali. Grazie alla diversità genetica delle colture e a forti legami ecosistemici c’è quasi sempre una variante resistente.

Così si sviluppa maggior resilienza già in tempi brevi nei casi di eventi estremi come siccità e alluvioni. Inoltre i miglioramenti partecipativi producono cibi con qualità nutrizionali superiori. Non sono solo gli aspetti tecnici, agronomici e naturali a favorire il loro successo, ma anche lo sviluppo di pratiche sociali di condivisione e la legittimazione delle istanze politiche agroecologiche che li accompagnano. Si tratta quindi di un approccio socio-ecologico che genera sinergie tra comunità ed ecosistemi.

Come si pone politicamente la galassia chiamiamola istituzionale? Non parlo solo dei partiti ufficiali che immagino siano totalmente allineati come sempre al finto progresso scientista e al business delle multinazionali, ma in generale di enti vari, associazioni, cooperative, movimenti ecologisti, insomma quella particolare fetta di società che all’epoca del movimento altermondialista era assolutamente in prima linea nelle lotte per la terra e per un’agricoltura sostenibile, e che da allora molti di noi riassumono sotto il nome di agroecologia. C’è chi resiste e chi ha “ceduto” alle sirene globali?

Sul tema dei nuovi OGM gli schieramenti dei partiti istituzionali fanno poca o nessuna differenza. Esistono delle coalizioni contrarie tra le associazioni ambientaliste, ma sono piuttosto imbelli, poco propositive e si limitano a qualche comunicato reattivo in occasione dei passaggi della deregolamentazione in atto. Rispetto a 20 anni fa i sindacati di categoria più grandi sono schierati a favore, con la Coldiretti che ha posizioni schizofreniche (ad esempio, a favore dei TEA ma contro la carne coltivata in laboratorio) dettate solo da miopi interessi economici di breve termine. Hanno addirittura firmato un manifesto pro TEA insieme agli industriali e alle grandi associazioni delle cooperative. In particolare Lega Coop si distingue dalla posizione contraria di Euro Coop. In generale la grande distribuzione cerca per ora di non prendere una posizione ben definita. La galassia dell’economia solidale e del consumo critico è ancora poco partecipe in questa lotta, in alcuni casi addirittura reticente (si veda il caso di Parma indicato più avanti). Può e dovrebbe fare molto di più. Anche l’atteggiamento generale dei movimenti sociali ed ecologisti nei confronti dell’azione diretta è più timido rispetto al passato.

In questo senso c’è stato un eccesso di fiducia in una malintesa «non violenza» o in una millantata «disobbedienza civile» che ha prodotto più che altro cooptazione nel sistema. Da un po’ di anni il clima di crescente repressione legalitaria ovviamente non aiuta. Poi c’è una certa parte del movimento che dice di riconoscersi nell’agroecologia, ma è contro i nuovi OGM con poca convinzione e addirittura propugna la necessità di rendere digitali i dati dei “beni comuni”, lasciando trasparire una imbarazzante tecnofilia. Le loro proposte sono niente altro che varianti del tecno-capitalismo in cui i confini fra macchina e vivente sfumano. Così contribuiscono all’attacco contro l’agricoltura contadina, legittimando la retorica fintamente green e «inclusiva» dietro cui cercano di nascondersi. La pratica di queste comunità che definirei «post-umane» si distingue per strumentalizzare ipocritamente i discorsi sui rapporti interpersonali ed emotivi, restando in pratica in un’ottica di mercificazione e gerarchie di dominio, evitando di affrontare i problemi alla radice. Il risultato di questo fallimento etico porta anche a giustificare la necessità per l’agroecologia contadina di digitalizzarsi per essere «sostenibile». C’è una certa retorica sui «beni comuni» che ha decisamente travalicato gli obiettivi e il senso iniziali. Quindi ora questi pretendono che anche la digitalizzazione venga trattata come un bene comune (in particolare i dati digitali raccolti da sensori droni robot in agricoltura), accettandola perciò come orizzonte di senso e di pratica dentro cui muoversi, sventolando presunte «sostenibilità» e «inclusività» di facciata. 

Ci puoi dare dei riferimenti, che siano contatti oppure luoghi dove reperire materiali di approfondimento, o meglio ancora situazioni in presenza dove poter partecipare prossimamente?

Sul sito web cambiareilcampo.org si trovano molti materiali, articoli e approfondimenti sulla questione dei nuovi OGM e sulla campagna di lotta. Per quanto riguarda gli appuntamenti in presenza il più importante è sicuramente quello di Parma il prossimo sabato 14 giugno, dove nel pomeriggio ci sarà una manifestazione con corteo contro i nuovi OGM e per l’agroecologia; sono previsti anche momenti conviviali, teatrali e musicali la sera. A Parma l’azienda sperimentale Stuard che ha coltivazioni biologiche, con un’immagine commerciale di qualità e di tutela della biodiversità agricola, si presta alla sperimentazione del pomodoro TEA promossa dal CREA, il centro governativo di ricerca in agricoltura. Questa situazione ci è sembrata al limite del paradossale e paradigmatica dell’ampia deriva di sussunzione tecno-capitalista che le istanze agroecologiche stanno subendo. Abbiamo quindi deciso di concentrare alcune azioni di lotta su questo caso emblematico. Per inciso, anche un’altra azienda biologica vicino Padova (Vititaly) è stata autorizzata a sperimentare vitigno Chardonnay TEA. Un altro appuntamento sarà a Trento il 17-18 maggio per la prossima edizione dell’incontro «intergalattico» di Genuino Clandestino, in cui si parlerà molto anche dei nuovi OGM, in quanto lì vicino la Fondazione Mach sta per sperimentare vite e mela TEA.

In questa mappa – https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1r4kuYHcTzpgEHd5q1aI8YfLbx17-w_8&hl=it&femb=1&ll=44.9309636870536%2C11.390748515624999&z=7 – potete trovare il quadro aggiornato delle sperimentazioni richieste e autorizzate. Per i prossimi appuntamenti più informativi e di discussione, al momento segnaliamo a Roma il 10 e 15 maggio (dalle 18) due incontri di approfondimento presso il Comitato popolare di via Passino 20. Anche l’ONG Crocevia sta organizzando un incontro a Roma che dovrebbe essere il 6 maggio presso la sede dell’ARCI Roma, in viale Giuseppe Stefanini,15.

Invitiamo a seguire il sito web di Cambiare il Campo! per rimanere aggiornate e aggiornati su questi e altri appuntamenti che si presentano continuamente. Più in generale per incontrarsi si può fare riferimento, tra gli altri, anche ai mercatini contadini dei nodi partecipanti o simpatizzanti di Genuino Clandestino. Per qualsiasi informazione, comunicazione o per attivarsi, scrivere a: no-ogm@cambiareilcampo.org

Riferimenti online

Cambiare il Campo!

Marcia Stop Pesticidi

Genuino Clandestino

Centro Internazionale Crocevia

Perché fermare i nuovi OGM

 POST SCRIPTUM

Mi chiedete le ragioni dell’anonimato. I motivi sono diversi, sia di carattere politico che di sicurezza; più nello specifico per tutelare la riservatezza della sfera umana strettamente personale e privata.

In generale ci teniamo a non personalizzare in alcun modo la lotta. Nell’ambito libertario l’anonimato è storicamente un valore importante perché quello che conta è la forza dei messaggi politici e non le persone che li esprimono. Questo soprattutto quando i messaggi sono sufficientemente chiari, dettagliati e non si prestano ad essere usati strumentalmente e con vaghezza intercambiabile per finalità ambigue o inconfessabili. Ciò vale maggiormente in un periodo in cui le maglie della repressione e del disciplinamento si stringono ogni giorno di più, mentre di converso viene sempre più fomentata l’esasperazione del narcisismo individualistico. Come nell’ambito politicante in cui prevalgono i fattori di marketing e di ricerca a tutti i costi di riconoscimento e “credito sociale”. Per cominciare realmente a conoscersi personalmente è necessario un incontro fisico in presenza che non sia mediato da protesi e artefatti di comunicazione tecnologica. Mentre oggi la massmediatizzazione impone di incasellare ogni individualità in precise e controllabili etichette, verso la schedatura biometrica e psico-somatica totale. Per quanto mi concerne, già veicolare i messaggi per via digitale e non per via diretta, assembleare o relazionale, è un compromesso che tocca fare per forza di cose in modo da raggiungere più persone nella società di massa. Ma quello che importa e che resta è la qualità. A presto!

Dogma Centrale della Biologia Molecolare

In vista di un dibattito sugli ambiti di Scienza e Tecnologia provo a cristallizzare alcune questioni che mi stanno a cuore

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Dal Dogma Centrale della Biologia Molecolare … a “Business is Business”

Crick nel 1957 introduceva, per usare parole sue, il “Dogma centrale della Biologia molecolare”. Secondo questo dogma, il flusso delle informazioni in un sistema biologico avrebbe come punto terminale la codifica in proteine. L’essere codificato in proteina rappresentava una sorta di confinamento del flusso delle informazioni genetiche.

Watson un anno dopo, nel 1958, se ne usci’ con una versione semplificata del dogma, ovvero che l’informazione scaturiva dal nucleo (DNA), veniva trascritta nel RNA, e da li’ codificata in proteine nei ribosomi delle cellule in un meccanismo unidirezionale.

La scienza ragiona per modelli e per semplificazioni. Nell’impossibilita’ di verificare la validita’ del modello, questo viene assunto come postulato o, come suggeriva Crick, come un dogma la cui validita’ era indimostrabile. Tuttavia, la teoria va adeguata nel momento in cui va a cozzare con la realta’ osservata, e con la scoperta della transcrittasi inversa, il meccanismo per cui dall’RNA si creano filamenti di DNA, il dogma centrale veniva falsificato.

Nella storia, gli unici uomini che sostenevano l’esistenza nell’intero universo di un qualcosa di totalmente indipendente dal contesto, o bluffavano alla grande o, in tutta evidenza, si ritenevano depositari di una qualche verita’. Nell’antichita’ li annoveriamo tra i papi e i re, ma dobbiamo tristemente constatare che tale atteggiamento fideistico (nominalmente antiscientifico) lo riscontriamo in una strabordante quota di dotti, medici & sapienti specie tra i sostenitori di quella branca della biologia definita “molecolare”.

Piuttosto che ammettere la falsificazione di una teoria che non stava in piedi, questi geni hanno avuto la brillante trovata di spostare il problema a valle. La teoria e’ stata rappezzata introducendo la possibilita’ per il RNA di modificare effettivamente il DNA con quel meccanismo battezzato “transcrittasi inversa”. L’ossessione globale per il “virus HIV” del finire degli anni ‘70 nasce esattamente in questo frangente. L’agente segreto responsabile della trascrittasi inversa era infatti l’introvabile “retrovirus”. Dogma salvato, virus? introvabile ed ancora oggi – passati oltre 50 anni – c’e’ ancora chi si ostina a cercarlo! Ma sempre meno per la verita’. I laboratori di ricerca, da oltre 30 anni, hanno smesso di fare una ricerca che ormai non era piu’ remunerativa sull’HIV e, prima, si sono riconvertiti all’Epatite C (altro retrovirus inafferrabile), poi con la PanDeminchia si sono aperti i cancelli…

Le tecniche di PCR usate per moltiplicare milioni di volte materiale genetico al fine di trovare tracce apprezzabili degli agenti retrovirali segreti, i famosi “Test HIV”, durante il periodo della PanDemenza hanno dato il bianco riuscendone a trovare nella papaya e nelle capre, oltre che in miliardi di cavie. Basta aumentare il numero di cicli… Meccanica di altissima precisione! Alcuni scienziati ancora oggi si interrogano se il covid 19 sia da classificare come “retrovirus” … o come un virus un po’ speciale… uscito da un laboratorio? Da un pipistrello? Da entrambi?

Questi brancolano in un buio che contribuiscono ogni giorno a rendere sempre piu’ fitto.

Ci sono o ci fanno?

Entrambi, del resto e’ da decenni che la societa’ contro l’oscurantismo scientista e il terrorismo industriale lancia i suoi strali al vento, inascoltata perche’ la capacita’ di ragionare con la propria testa e di non applicare i modelli preconfezionati dell’ideologia non e’ certo un buon viatico per masse abituate alla delega e al conformismo. Se non e’ alle masse che dunque potra’ mai arrivare un messaggio nella bottiglia, nel mare magnum della merda mainstream lanceremo comunque le nostre grida di rabbia, di dolore e di riscatto.

Il delirio che riscontriamo negli ambiti di medicina, scienza e tecnologia ha comunque un’origine ben definita nel tempo. La teoria dei Germi del chimico Pasteur, se pur ha rappresentato una bestemmia agli occhi di medici e fisiologi del tempo come Bernard, e’ stata alla base dell’abuso piu’ evidente mai operato nella storia sul concetto di salute.

Insieme alla barbara pratica della vaccinazione nata verso la fine del ‘700, i farmochimici sono riusciti nel corso di 150 anni ad instillare nella mente di soggetti che non si possono definire oramai altro che fragili l’idea che solo la chimica potesse, in qualche modo, non importa come, tutelare l’equilibrio del loro fragile organismo dall’azione di “agenti patogeni esterni”. Altro che alimentazione, stile di vita e rinforzo del terreno per mantenere un soggetto in salute! Siamo in una situazione in cui i farmaci ChemioTerapici vengono chiamati AntiBiotici perche’ anche le parole, con il peso del loro significato, possono avere effetti negativi sulla salute dei pazienti. Sfugge la logica per cui sarebbe meglio ignorare, per la tutela della propria salute, quel che ti stanno inoculando… Ma deve essere certamente stata codificata in un Giuramento dell’Ippocrate Degenerato.

Lo stigma della fragilita’ ha un origine ben precisa e non ha di certo nulla a che vedere con il prendersi cura. Rappresenta piuttosto la violenza di un sistema che non usa mezzi termini per imporre il suo business plan, con ogni mezzo necessario. Che siano armi di distruzione di massa, bombe intelligenti, farmaci, droghe business is business.

Relativamente alla Teoria dei Germi accennata prima, aggiungo qua un esauriente contributo sull’argomento che si puo’ leggere su https://www.medicinenon.it/la-teoria-dei-germi-come-causa-delle-malattie e che riproduco integralmente qua sotto, con l’augurio di spalancare porte e finestre ad una sana brezza liberatrice

I Germi sono innocenti

Gli esseri umani, la forma potenzialmente più elevata di espressione della vita su questo pianeta hanno costruito la vasta industria farmaceutica con lo scopo primario di avvelenare la forma di vita “più bassa” presente sul pianeta — i germi! Una delle più grandi tragedie della civiltà umana è quella di dare la precedenza alle sostanze chimiche invece che all’alimentazione.
Dr. Richard Murray

“Nelle scienze, le persone considerano con slancio come loro propria proprietà personale quello che hanno imparato ed è stato trasmesso a loro dalle università e dalle accademie.

Se qualcun altro arriva con nuove idee che contraddicono il Credo e di fatto minacciano persino di rovesciarlo, allora tutti gli sforzi vengono indirizzati contro questa minaccia e nessun mezzo viene lasciato intentato per sopprimerla.

Le persone fanno resistenza in tutti i modi possibili: fingendo di non averne mai nemmeno sentito parlare, parlandone con disprezzo, come se non valesse nemmeno la pena di approfondire l’argomento. E così una nuova verità può avere una lunga attesa prima di venire finalmente accettata. — Goethe

Le concezioni erronee sulla salute sono radicate nella nostra cultura. La strada per capire il processo di mantenere e ripristinare salute è stata lunga e contorta. La scienza ha preso il sopravvento sulla conoscenza antica e intuitiva, ha fatto errori colossali, rimanendo aggrappata ad essi nel timore di venire sopraffatta.

La saggezza e le scoperte scientifiche sono state rigettate a favore di un sistema più diffuso, conveniente, o politicamente desiderabile. Proprio come Socrate è stato avvelenato per le sue idee, e Galileo è stato forzato da un clero fanatico a ritrattare le sue dichiarazioni sull’astronomia, ignoranza e potere possono essere una combinazione pericolosa.

Le Malattie non si prendono

Noi non prendiamo malattie.

Le fabbrichiamo.

Lavoriamo duramente per sviluppare le nostre malattie. Dobbiamo lavorare più duramente di quanto dobbiamo per ripristinare la salute. La presenza di germi non costituisce la presenza di una malattia. I batteri sono gli spazzini della Natura, riducono i tessuti morti agli elementi di base.

I germi o i batteri non hanno alcuna influenza di alcun genere sulle cellule vive. I germi o i microbi prosperano facendo gli spazzini nelle aree malate. Vivono solo con i rifiuti metabolici non elaborati e con i tessuti malati, denutriti e deboli.

Non sono la causa della malattia, allo stesso modo che le mosche e i vermi non sono la causa della spazzatura. Le mosche, i vermi e topi non causano la spazzatura ma piuttosto si nutrono della spazzatura. Le zanzare non sono la causa dell’acqua stagnante. Vediamo sempre i pompieri vicino al fuoco, ma non significa che abbiano causato il fuoco. Le iene e gli avvoltoi ripuliscono la prateria e la savana dai cadaveri, non sono la causa della morte.

Il Cartello della Medicina

La medicina occidentale tradizionale insegna e pratica le dottrine del chimico francese Louis Pasteur (1822-1895.) La teoria principale di Pasteur è nota come la Teoria dei Germi della Malattia . Tale teoria afferma che specie fisse di microbi da una sorgente esterna invadono il corpo e sono la prima causa di malattia infettiva.

Il concetto che tipi di batteri immutabili causano malattie specifiche è stato ufficialmente accettato come il fondamento della medicina allopatica e della microbiologia verso la fine del 19º secolo in Europa. Chiamato anche monomorfismo , (condizione di avere una singola forma,) venne adottato dal complesso medico industriale, che iniziava ad affermarsi verso la svolta del secolo.

Questo cartello si organizzò intorno all’Associazione Medica Americana (AMA), costituito da interessi legati al commercio di farmaci, con lo scopo di manipolare il sistema giuridico per distruggere la professione medica omeopatica.

Controllato dalle società farmaceutiche, il complesso è diventato un affare da trilioni di Euro all’anno. Include anche molte compagnie di assicurazioni, l’Amministrazione per gli Alimenti e i Farmaci (FDA), gli Istituti Nazionali della Salute (NIH), i Centri per il Controllo delle Malattie (CDC), gli Ospedali e le strutture di ricerca delle università, le varie associazioni sulla ricerca su qualsivoglia malattia, il Ministero della Sanità, quando il ministro è un medico che è stato messo lì dalla lobby delle case farmaceutiche.

Dal Virus alla Vaccinazione, i giochi son presto fatti

La dottrina dei microbi ha dato origine alla tecnica della vaccinazione che è stata iniziata ciecamente nel 1796 da Edward Jenner. Jenner ha preso del pus dalla ferita purulenta di una mucca malata e l’ha iniettato nel sangue dei suoi “pazienti”.

Così si diede inizio a una spregevole pratica (immunizzazione o vaccinazione) la cui forma è cambiata di poco ai giorni nostri, e la cui comprensione è ancora oscurata dalla teoria di Pasteur. Tale dottrina ha dato origine anche allo sviluppo degli antibiotici, di cui il primo è stata la penicillina nel 1940.

Un antibiotico è materiale di rifiuto velenoso di germi, utilizzato nel tentativo di ucciderne altri. La penicillina è il veleno di un fungo. Questo ha causato la proliferazione delle forme aggressive e resistenti di microorganismi che ci perseguitano oggi.

Il Microscopio Universale di Rife

Il Microscopio Universale di Rife, sviluppato dalla fine degli anni ’30 all’inizio degli anni ’40, ha dimostrato chiaramente che i germi (i microrganismi) sono il risultato di malattie (gli spazzini di cellule morte) e non la causa. Se dei germi sono coinvolti, si presentano come sintomi principali di quella condizione generale.

Sebbene i germi non causino malattia, i sintomi secondari sono prodotti in risposta alla loro attività (chiamata comunemente malattia.) Una delle ragioni per cui la comunità medica convenzionale non vede tutta la scena sono i metodi con cui guarda. Molto dipende da come e con che cosa si guarda.

In Istologia Fondamentale di Junqueira & Carneiro, 3a edizione del 1980, scopriamo le limitazioni del microscopio elettronico per il fatto che il fascio di elettroni richiede l’uso di sezioni di tessuti molto sottili in una condizione di un vuoto elevatissimo.

Gli autori affermano a pagina 9: “Queste condizioni impediscono l’uso di materia vivente e il fascio di elettroni su di un tessuto può danneggiarlo e produrre cambiamenti indesiderati alla struttura del tessuto. Dirigendo un fascio di elettroni su una scena vivente e mutevole come un campione di sangue, per esempio, l’ordine viene mutato e il campione di sangue risulterà alterato.

Gli osservatori fanno una fotografia di questa situazione disorganizzata e la interpretano come se fosse l’intera storia. Durante lo studio e l’interpretazione di sezioni di tessuti colorati osservati al microscopio, il prodotto osservato è il risultato finale di una serie di processi che distorcono notevolmente l’immagine osservabile nel tessuto vivente e non è più la scena inizialmente presente sul vetrino.

È stato suggerito in passato che i puntini visti con il microscopio elettronico identificati come virus potrebbero essere, molto più che probabile, niente di più che particelle di proteine senza vita degradate — peptidi disintegrati dalla morte cellulare — resti catabolici di citoplasma, o proteine prodotte dalle cellule in risposta al terreno biologico non più equilibrato.

È stato riportato da ricercatori, in cerca di ipotetici virus “elusivi”, che i virus possono ” imitare” i tessuti umani! Sono parti di tessuti umani morti.

Royal Raymond Rife

Forse la conferma più profonda di pleomorfismo (pluralità di forme) è stata data da un altro genio quasi annientato dalla scienza ortodossa, questa volta un microscopista americano di nome Royal Raymond Rife. La sua storia è stata raccontata nel Rapporto Rife da Barry Lynes. È stato pubblicato in forma di libro con il titolo: La cura del Cancro che ha Funzionato!

(La descrizione del microscopio di Rife, per quanto semplificata, è un po’ tecnica. Il consiglio è di soffermarsi su ogni paragrafo, e rileggere più volte i paragrafi eventualmente non chiari fino a quando si ha compreso il contenuto).

Il microscopio analogico di Rife (con una risoluzione di 31.000) superava i microscopi elettronici che stavano emergendo in capacità di dettaglio e chiarezza. Il suo uso di frequenze di luce naturale dispersa con l’impiego di prismi, piuttosto che fasci di elettroni e colorazioni acide, permetteva una visione chiara di soggetti viventi.

Ogni microrganismo ha la sua propria frequenza fondamentale di luce, qualcosa che Antoine Béchamp ha sfruttato evidentemente con il suo polarimetro. Rife era arrivato alla conclusione che si poteva utilizzare la luce, invece di sostanze chimiche distruttive, per “colorare” il soggetto. Questo era geniale. E ugualmente geniale era la sua esecuzione.

L’intero sistema ottico — lenti e prismi, come pure le unità d’illuminazione sono costituite da blocchi di cristallo di quarzo. L’unità d’illuminazione utilizzata per esaminare le forme filtrabili di organismi contiene quattordici tra lenti e prismi, tre dei quali sono nella lampada ad incandescenza ad alta intensità, quattro nel prisma Risley, e sette nel condensatore acromatico, che ha un’apertura di 1.40.

Tra la sorgente di luce e il campione ci sono due prismi cuneiformi di cristallo di quarzo il cui scopo è quello di polarizzare la luce che passa attraverso il campione, essendo la polarizzazione l’applicazione pratica della teoria che le onde di luce vibrano in tutti i piani perpendicolari alla direzione in cui le onde sono propagate.

Quando la luce raggiunge un prisma polarizzante si divide in due fasci, a uno dei quali viene data una inclinazione tale da farlo riflettere sul lato del prisma, senza che passi attraverso il prisma, mentre il secondo fascio, con una inclinazione nettamente ridotta passa attraverso il prisma per illuminare il campione.

Quando i prismi di quarzo del Microscopio Universale (che possono essere ruotati con un nonio per 360 gradi) vengono ruotati in direzioni opposte danno angoli d’incidenza variabile ai raggi trasmessi, mentre nello stesso tempo, dato che è possibile vedere solo una sezione di banda di un colore alla volta, una piccola porzione dello spettro viene diretta sull’asse del microscopio. È possibile procedere in questo modo da un estremo all’altro dello spettro — dagli infrarossi agli ultravioletti.

Ora, quando viene raggiunta quella parte dello spettro nella quale sia l’organismo che la banda del colore vibrano in sintonia l’uno con l’altra sulla stessa frequenza, una lunghezza d’onda caratteristica viene emessa dall’organismo.

Un fascio di luce monocromatica, esattamente con la stessa frequenza emessa dall’organismo, viene mandato attraverso il campione permettendo all’osservatore di esaminare l’organismo nel suo colore chimico vero e rivelando la sua propria struttura in un campo perfettamente luminoso.

I fasci di luce provenienti dal campione, invece di passare attraverso l’obiettivo convergendo, attraversano una serie di prismi speciali che mantengono i raggi paralleli.

E’ questo principio dei raggi paralleli nel Microscopio Universale e la ridotta distanza di proiezione fra i prismi oltre alle tre paia di obiettivi da dieci, da sette e da quattro millimetri montati a breve distanza che sostituiscono le lenti che rende possibile non solo l’inusuale alta risoluzione e ingrandimento ma anche l’eliminazione di tutte le distorsioni e le aberrazioni cromatiche e sferiche.

L’aggiustamento fine è settecento volte più sensibile di quello dei microscopi comuni, la durata di tempo richiesto per mettere a fuoco la gamma varia tra un’ora e mezz’ora. Uno dei conseguimenti principali di Rife era la sua abilità, attraverso numerosi stadi pleomorfici , di trasformare un virus, che aveva trovato in tessuto cancerogeno, in un fungo, piantare il fungo in un letto a base di asparago, e produrre un colibacillo (E-coli), il tipo di microfauna indigena dell’intestino umano.

Questi risultati sono stati ripetuti centinaia di volte. Rife dimostrò che la capacità pleomorfica delle microforme di vita va dal livello di batterio al livello di fungo, e alla sua evoluzione all’ultimo stadio — la muffa. Inclusi in questo ciclo ci sono molti stadi importanti intermedi tra microzimi (piccoli agenti fermentativi) e batteri, le proteine complesse a cui ci si riferisce normalmente come virus, e i loro discendenti immediati.

Rife identificò 10 famiglie nello spettro intero della micro-vita. All’interno di ogni famiglia, qualsiasi forma o membro potrebbe trasformarsi in qualsiasi altra forma. Inoltre, il fatto che gli organismi hanno una loro peculiare frequenza di risonanza permise a Rife di sviluppare ulteriormente il suo “Fascio radiante”, che aiutava il corpo a liberarsi dei sintomi del cancro.

Rife fu accusato di ciarlataneria, subì un processo invalidante, il suo microscopio fu sequestrato e scomparve. Morì a 83 anni alcolizzato.

Quali meravigliose e benefiche rivelazioni avrebbero potuto presentarsi con la tecnologia di Rife guidata dalla visione di Bechamp? Queste onde, o questi raggi di luce, come queste frequenze potrebbero essere chiamate, hanno mostrato di possedere la potenza di devitalizzare organismi patogeni o di “ucciderli” quando sono stati sintonizzati su una lunghezza d’onda, o meglio, sull’esatta frequenza, che è diversa per ogni organismo.

La malattia è l’espressione della sporcizia interna del corpo

Questo concetto è una certezza derivata dall’esperienza di coloro che hanno studiato e praticano il Sistema di Guarigione della Dieta Senza Muco di Arnold Ehret.

In realtà non sono i batteri da soli che producono la malattia, ma sono i costituenti chimici di questi microrganismi che agiscono sul metabolismo non equilibrato delle cellule del corpo umano che producono i sintomi di malattia. I microrganismi associati alla malattia comunque non producono la condizione che ha originato l’evoluzione morbosa nel corpo.

Un terreno biologico sano o malato è determinato principalmente da quattro cose:

  • Il suo equilibrio acido o alcalino (pH)
  • la sua carica elettromagnetica (negativa o positiva)
  • il suo livello di intossicazione (tossicità)
  • il suo stato nutrizionale

Un sintomo critico di un terreno malato è il livello basso di ossigeno. Un altro è un arresto o ristagno del flusso dei fluidi colloidali nello spazio intercellulare. Un altro ancora è la perdita di carica elettrica dalla superficie dei globuli rossi. Questa condizione è chiamata rouleau o “sangue viscoso”.

All’interno della parete cellulare, tutte le sostanze chimiche e i componenti agendo insieme mettono in moto la vita organica. Niente all’interno di una cellula è vivo di per se stesso. Ma quando si guarda il sangue vivo, si può osservare che i microrganismi subiscono un preciso, scientificamente verificabile, ciclo di mutamento della loro forma.

Affascinante come la metamorfosi da bruco a farfalla, questa evoluzione è ancora più fantastica, perché può accadere abbastanza rapidamente (talvolta in minuti!). Non ci sono nemici o malattie specifiche da combattere. Esiste solo il risultato dell’equilibrio o dello squilibrio.

L’universo opera mantenendo in equilibrio coppie di opposti. Quando le cose vanno fuori equilibrio, di solito compare un segno (il sintomo), così sappiamo che qualcosa è cambiato nell’ordine delle cose. La salute è l’equilibrio nel sistema. Se vuoi avere un rude termine di paragone con cosa accade in un corpo malato, prova a non fare le pulizie di casa per almeno un anno.

In quell’ambiente, tutti i generi di piccoli “ospiti” verranno fuori da chissà dove. Allo stesso modo, le abitudini alimentari sbagliate e il modo di vita “sporcano” il nostro ambiente interno. Il nostro terreno diventa eccessivamente acido (pH sbilanciato) preparando la strada per ospiti indesiderati. In questo ambiente sbilanciato, i batteri dannosi possono scaturire dalle nostre proprie cellule.

Queste forme di vita minuscole possono cambiare rapidamente la loro forma e funzioni. Attraverso un processo chiamato pleomorfismo , (pleo = molti e morph = forma,) i batteri possono cambiare in lieviti, da lieviti a funghi, da funghi a muffe. I microrganismi come un batterio specifico, possono assumere più forme. Questo può essere un cambiamento di funzioni o di forma.

Il Dott. E.C. Rosenow del Mayo Biological Labs e altri batteriologi, hanno dimostrato che un cambiamento dell’ambiente interno potrebbe modificare streptococchi in pneumococchi e un cambiamento del cibo riporterebbe i pneumococchi a streptococchi. Questo ha mostrato anche che i batteri sono “spazzini” per natura ed essendo essenzialmente “scorte” di enzimi, modificano la loro forma e produzione di enzimi allo scopo di dissolvere fino al suo elemento più piccolo qualsiasi pezzo di tessuti morti sia presente.

Oltre al pH e al pleomorfismo, dobbiamo considerare un concetto molto importante — la differenza tra i sintomi di una malattia e la condizione della malattia stessa. Nel pleomorfismo, una cosiddetta specie è solo uno stadio nel ciclo di crescita di una famiglia di esseri. Ogni membro ha funzioni diverse e un aspetto molto diverso dagli altri.

Quello che la maggior parte della gente chiama “malattia” in realtà è un sintomo o una raccolta di sintomi. Per esempio, i tumori e i vari tipi di cancro sono sintomi, e il tentativo di combatterli li ha portati alla quantità epidemica di cui siamo oggi testimoni. Ciò che la gente comunemente considera cause di malattia, sono sintomi. In questa categoria ci sono i batteri, lieviti e i loro discendenti. Quando i germi sono coinvolti in una malattia producono o influenzano il corpo nel produrre sintomi secondari.

La medicina ortodossa ritiene che questi sintomi secondari siano la malattia. La risposta però giace nella condizione del terreno biologico. Tutti i suoi valori sono in equilibrio? O sosterrà lo sviluppo di ospiti indesiderati? Una volta che l’equilibrio viene turbato, si entra in un circolo vizioso. Quando il pH del corpo è alterato, i suoi tessuti hanno una condizione acida. Questa condizione deriva da molte cose, principalmente dal tipo di alimenti consumati e da scarsa digestione.

Quando la digestione non avviene correttamente i cibi fermentano o vanno in putrefazione. Negli stadi iniziali dello squilibrio, i sintomi esterni generalmente non sono molto intensi e di solito sono “trattati” con i farmaci. Questi includono, fra gli altri, sintomi come:

  • Eruzioni della pelle
  • Emicranie
  • Allergie
  • Raffreddori e influenza
  • Sinusiti

Aumentando lo squilibrio nel terreno biologico, si presentano condizioni più gravi come ghiandole indebolite, organi e sistemi che iniziano a capitolare — tiroide, surrenali, fegato, ecc.

Sfortunatamente il trattamento dei sintomi con i farmaci al fine di farli scomparire ha un ruolo principale nel far comparire sintomi più gravi in seguito. Ma la maggior parte della gente non considera o non realizza questo quando va dal medico per risolvere rapidamente la “malattia”.

Anche la maggior parte dei medici non è consapevole, o semplicemente segue la corrente. L’avvicinamento medico militaristico è la prevaricazione della terapia artificiale su quella naturale, dei veleni (farmaci) sul cibo. La mancanza di comprensione crea paura, ma quando comprendiamo che sia la salute che la malattia sono create dal nostro modo di vivere e dalle nostre abitudini alimentari, la paura dei “germi” scompare.

Il nostro sistema immunitario é collegato inevitabilmente con il pianeta Terra dato che il nostro corpo è costruito con i suoi elementi. La Terra, presa nella sua interezza come geosfera, ha il suo proprio sistema immunitario, un sistema che si autoprotegge, si rigenera, guarisce. Quando non siamo allineati con quel sistema, o danneggiamo quel sistema, il risultato inevitabile è la nostra propria degenerazione.

Anche il British Medical Journal del novembre 1950 ha ammesso: “Nonostante la massima attenzione, una intensa contaminazione da batteri del siero dei vaccini è inevitabile durante la sua preparazione, e possono essere presenti non meno di 500 milioni di organismi per ml…” Questo è assolutamente vero, ma se fosse altrettanto vero che i batteri causino la malattia, ognuno che ricevesse la sua prima vaccinazione morirebbe nell’arco di 24 ore dall’inoculazione.

La storia

Rudolf Virchow, il padre della teoria dei germi, ha dichiarato nei suoi ultimi anni: “Se potessi rivivere la mia vita, la dedicherei a provare che i germi cercano il loro habitat naturale — i tessuti malati — invece di causare malattia”.

Pasteur (1822-1895) e Paul Ehrlich (1854-1915) hanno dato congiuntamente al mondo civilizzato le dottrine della teoria della malattia di microbiologia e immunologia prima della scoperta delle vitamine, degli elementi traccia e di altre sostanze nutrienti. Per i loro sforzi e discutibili scoperte, i vaccini diventarono di moda e furono promossi da eminenti scienziati.

Antoine Béchamp

Il Dr. Antoine Béchamp, uno dei primi batteriologi al mondo e contemporaneo di Pasteur, fece grandi scoperte scientifiche e alcune delle menti più elevate del suo tempo hanno accettato le sue teorie e le sue scoperte come fatti sicuramente certi.

Béchamp ha ottenuto così tanti conseguimenti che sono state necessarie otto pagine di un giornale scientifico per elencarli quando è morto.

  • Tra molte altre cose, ha salvato l’industria francese della seta dalla moria dei bachi da seta, sotto il naso di Pasteur, che era stato incaricato di risolvere il problema.
  • Ha descritto chiaramente il processo della fermentazione per quello che è: il processo di digestione di esseri microscopici.
  • E’ stato il primo ad affermare che il sangue non è un liquido, ma un tessuto fluente.
  • Ha sviluppato un processo economico per la produzione dell’anilina che ha dato inizio all’industria della tintoria.

Ciò che rende la teoria dei germi così pericolosa è che sembra così ovviamente vera. Ma è vera solo parzialmente.

Bechamp affermava: “Non c’è alcuna dottrina così falsa che non contenga un granello di verità. È questo vale anche per la dottrina sui microbi.” Béchamp ha scoperto i Microzimi (chiamati ora genericamente micro-organismi) e che i germi sicuramente sono il risultato, non la causa della malattia.

Attraverso i suoi esperimenti ha mostrato che le caratteristiche vitali delle cellule sono determinate dal terreno in cui i loro microzimi si alimentano, crescono e si moltiplicano nel corpo umano. Sia le cellule normali che i germi hanno i loro compiti specifici. Le cellule organizzano i tessuti e gli organi del corpo umano. I germi puliscono il sistema e lo liberano dall’accumulo di materia patogena e mucoide. Inspiriamo costantemente circa 14.000 germi e batteri all’ora. Se i germi sono così nocivi, perché non moriamo?

Nei primi stadi di infiammazione (formazione di pus,) i batteri presenti sono gli streptococchi ma man mano che i globuli rossi e i tessuti si disintegrano ulteriormente gli streptococchi si trasformano in stafilococchi — cioè cambiano in una forma adeguata al nuovo ambiente dei tessuti morti.

I batteri non hanno alcuna azione sulle cellule vive, solo sulle cellule morte. Non sono la causa della malattia ma il risultato. In molti casi di polmonite i pneumococchi appaiono sulla scena da 36 a 72 ore dopo l’insorgenza della malattia.

Louis Pasteur

Il lavoro di Béchamp nel campo della Biologia avrebbe potuto rivoluzionare la medicina con una profonda intuizione sulla natura della Vita. Ma in un mondo politico, si è trovato a dover fronteggiare uno scaltro politicante connesso a ricchi poteri: Louis Pasteur.

Antoine Béchamp era uno scienziato, mentre il farmacista Pasteur era un chimico, senza alcuna educazione nelle scienze umanistiche, e un inserzionista pubblicitario, ha plagiato la ricerca di Béchamp, l’ha distorta, l’ha sottoposta all’Accademia Francese della Scienza come sua propria!

E rendendo pubbliche queste scoperte, Pasteur ha avuto un gran seguito che lo acclamava come un genio della scienza. Pasteur è stato responsabile in grande parte delle stragi di animali per la sperimentazione nella ricerca medica.

Pasteur ha utilizzato preparazioni ottenute da tessuti di animali malati iniettandole poi in animali sani rendendoli a loro volta malati. Questo ha dato l’apparenza che i germi causino la malattia, quando in realtà queste preparazioni erano estremamente velenose.

Questa non è una procedura scientifica, ma dimostra semplicemente il fatto che si può far ammalare qualcuno avvelenando il suo sangue.

Basandosi sulla sua teoria dei microzimi, Béchamp diede enfatici avvertimenti contro l’invasione diretta e artificiale del sangue.

Visita anche questo sito: www.arnoldehret.it

Tea? No grazie. non siamo inglesi.

Stiamo preparando un incontro al circolo per Sabato 31 Maggio in cui ci confronteremo sulla questione.

FERMIAMO I NUOVI OGM (TEA) A PARMA ED OVUNQUE.

E’ dagli anni 80 che le grandi corporation portano avanti una campagna per la conquista di una posizione di monopolio nella produzione di cibo
a livello globale. ( L’esatto contrario della politica di ‘filiera corta’ che ogni persona ragionevole si auspica venga incentivata).
Questa operazione che talvolta assume i tratti del conflitto armato si
sviluppa su più livelli:

Il Land Grabbing (1), che vede l’usurpazione di grandi superfici nei
paesi del sud del mondo da parte di vecchie e nuove forze coloniali.
Non pensiamo che questa pratica non ci riguardi. Se in alcune parti del
mondo i terreni fertili e le foreste tropicali vengono convertiti in
colture industriali causando l’annientamento delle comunità e degli
ecosistemi locali questo si ripercuote anche sui nostri territori. In
parte con l’inevitabile afflusso di persone in cerca di un luogo in cui
vivere. Soprattutto per il ben più problematico arrivo di prodotti a
basso costo che impongono alle realtà locali condizioni di concorrenza
insostenibili.

La latifondizzazione (2) : processo di concentrazione dei capitali e
delle superfici agrarie mediante strumenti economico-finanziari, che
vede in tutto l’occidente le aziende familiari dover cedere il proprio
posto ed i propri beni a poche grandi aziende se non alle compagnie
multiazionali. (In Italia dimezzamento delle aziende in 20 anni, in
Europa la metà delle terre coltivate sono gestite dal 3% delle
aziende). In questo processo riveste un ruolo cruciale il sistema di
contributi in agricoltura e l’introduzione di processi high-tech e di
macchinari enormi che favoriscono le grandi aziende che coltivano
grandi superfici. Questi metodi inducono anche la necessità di
“standardizzare’ la produzione. Quindi cloni e monocultura.

La distruzione dei modi di vita tradizionali e la proletarizzazione di
enormi masse contadine: Quello cui assistiamo oggi in Asia, in America
Latina od in Africa con lo spopolamento delle zone rurali e
l’emigrazione di massa verso baraccopoli immense o nazioni
economicamente dominanti è la riproposizione in grande scala di quello
che hanno attraversato i nostri nonni nel corso del ‘900 quando
l’industria alla ricerca di manodopera ha saccheggiato di braccia e di
memoria i monti e le campagne, affamati da secoli di sfruttamento di
stampo feudale. Ogni alluvione ci ricorda il costo di aver etichettato
come ‘improduttivi’ ed abbandonato tutti i luoghi non adatti ad uno
sfruttamento intensivo e meccanizzato. Così come la spessa coltre
violacea che si stende come un mare guardando verso nord dall’appennino
tosco-emiliano è uno dei segni eloquenti dei costi dell’iper-sviluppo
finalizzato al profitto di lobbies finanziarie nazionali e straniere.
Respirare veleno è forse un segno di raziocinio e civiltà (3)? Da
essere persone quasi totalmente autosufficienti ed in grado di
interpretare ed agire nel (proprio) mondo in autonomia, siamo ridotti
ad una massa di soggetti infantilizzati totalmente incapaci di aver
cura di sé e dei propri cari. Con conoscenze così specializzate da
risultare scandalosamente inutili al di fuori di un contesto
professionale. Completamente dipendenti per il soddisfacimento di ogni
bisogno, compresi quelli essenziali, da un sistema di produzione
globalizzato che lascia tutte e tutti alla mercè delle fluttuazioni di
borsa e dei piani di poche, potentissime, spesso clinicamente
psicopatiche, persone. Il Boom economico si è sgonfiato da un pezzo e
noi ci ritroviamo con la guerra di nuovo alle porte, ma con un
territorio, una società, ed una cultura avvelenati da 70 anni di
spettacolo, ciminiere e diserbanti.

Le colture Geneticamente Modificate hanno un ruolo fondamentale in
questo processo di spoliazione di beni comuni, di libertà e di dignità.

Grazie al sistema dei brevetti aggravano la privatizzazione del cibo
fino a sancire la proprietà delle linee genetiche ed imporre i propri
prodotti al mercato. (4)

Sono di soia e mais GM le gigantesche monoculture che devastano regioni
immense (nell’ordine di decine di migliaia di ettari) di tutti i
continenti. Saranno OGM le monocolture italiane, secondo i piani del
CREA e delle lobbies biotech. Ad esempio quella della vite per la
produzione di prosecco e di spumante, quella del pomodoro da industria,
quella del kiwi e del melo o del nocciolo che stanno causando danni
gravissimi ai territori interessati. (5)(6)(7) Per tutte queste specie
(escluso al momento il nocciolo) sono state presentate richieste di
sperimentazione di varietà manipolate con tecniche NGT o TEA. Cui
aggiungere riso, frumento, basilico, melanzane, peri, pompelmi. Un
paniere completo di varietà vegetali ‘Made in laboratorio’.

E’ peculiare il caso di edivite: spin off dell’università di verona
protagonista della sperimentazione in pieno campo di viti geneticamente
modificate. In questa operazione emergono chiaramente due elementi:

Uno dei meccanismi classici con cui si privatizzano i profitti derivati
dalla ricerca pubblica: la creazione di start-up a capitale misto o
completamente privato che sviluppano e commercializzano prodotti
derivati dai risultati della ricerca ‘di base’. (8)

L’attivismo delle istituzioni universitarie nel promuovere campi di
ricerca più dispendiosi e più attrattivi per l’industria a discapito
dell’interesse comune (9); anche la retorica secondo cui il danno
ambientale sarebbe compensato dalla creazione di posti di lavoro e
dalla ridistribuzione della ricchezza è ampiamente smentita da tutti i
dati che hanno visto gli occupati in drastico calo ed i profitti in
continua ascesa. Gli elementi principali per la produzione di margini
di guadagno sempre più rivelanti stanno proprio nell’esternalizzazione
dei costi ambientali e sociali, di cui le aziende non si fanno carico e
nello sfruttamento dei lavoratori. Il nostro paese è tristemente noto
per le forme schiavistiche con cui si organizza il lavoro agricolo
attraverso la figura dei ‘caporali’ che reclutano per le aziende
interessate la manodopera a salari da fame di persone spesso rese
irregolari quindi ricattabili e senza nessuna tutela.

Sono GM i mangimi con cui si ingrassano animali (spesso GM pure loro)
nei lager chiamati allevamenti intensivi. Questi luoghi orrendi
costituiscono, oltre che uno scandalo etico, una eccezionale fonte di
inquinamento ed un inaccettabile serbatoio di super batteri. La
produzione industriale di carcasse è prima di tutto un allevamento
specializzato di batteri resistenti agli antibiotici e di possibili
zoonosi. Il caso dei batteri resistenti, generato dal tentativo
criminale di supplire con la chimica farmaceutica alle condizioni
oscene in cui vengono mantenuti gli animali, oltre ad essere un enorme
problema sanitario è una formidabile dimostrazione di come una politica
produttiva condotta in forma di ‘guerra alla natura’ è destinata a
fallire miserabilmente. I microorganismi si evolvono più velocemente
delle tecniche di laboratorio. Non arriveranno un supercomputer o nuove
tecniche genetiche a cambiare questo semplice fatto. Il passaggio dalla
chimica alla biotecnologia, di cui gli OGM sono uno degli aspetti
chiave, è solo la forma con cui l’industria guidata dalla tecnoscienza
vuol continuare a trarre profitti da territori e da vite già spremuti
al massimo delle possibilità attuali. L’inquinamento del genoma segue
quello già gravissimo di acqua (10), aria e suolo. Ed ovviamente dei
nostri stessi corpi (e del nostro senso critico).

Anche la biotecnologia ha già dato ampiamente prova dei suoi insuccessi
(11).

“La domanda di carne di maiale magra ha portato l’industria suina a
selezionare maiali che non solo soffrono di più di problemi agli arti e
al cuore, ma che sono più soggetti a irritabilità, paura, ansia e
stress. Gli animali troppo stressati preoccupano l’industria perché
l’animale stressato produce più acidi e la qualità della carne ne
risente. Quando il professor Lauren Christian della Iowa state
University annunciò nel 1995 di avere scoperto ‘il gene dello stress’
l’industria lo rimosse dal genoma pensando così di risolvere il
problema. Sfortunatamente i problemi con le carni sono aumentati e i
maiali hanno continuato ad essere così stressati che persino un
trattore che passi vicino ai capannoni in cui sono rinchiusi può
uccidere gli animali.

L’impostazione riduzionistica che descrive una relazione univoca tra
singoli geni e fenomeni complessi come lo ‘stress’ è ormai ampiamente
smentita (12). Questo non ha dissuaso l’industria e la scienza dalle
proprie mire di controllo.” (J.S. Foer, Se niente importa, perché
mangiamo gli animali? Guanda editore)

Altri esempi significativi del fallimento totale dell’ideologia
biotecnologica sono: il mais bt. prodotto aggiungendo tratti genetici
del bacillus thuringensis (un fungo utilizzato come pesticida in
agricoltura biologica). Il risultato è stato quello di rendere alcuni
insetti resistenti alle tossine del bacillus rendendolo oltretutto
inutilizzabile da chi ne faceva un uso corretto. Già 10 anni fa l’EPA
(Environmental Protection Agency) statunitense chiese di limitare l’uso
di mais GM e di intervenire con corrette pratiche agricole, prima su
tutte la rotazione delle colture, per tentare di limitare una invasione
di diabrotica resistente che distruggeva le colture. La stessa
coldiretti, oggi tra i principali sponsor delle TEA, denunciava il
sistematico aumento dell’uso di pesticidi là dove si era imposto l’uso
di varietà ingegnerizzate già nel 1999. Non è in nessun modo
sostenibile, infatti nessuno lo fa al di là degli slogan pubblicitari,
che le ‘nuove’ tecniche di editing genetico risolvano problemi come
quello della resistenza che i patogeni acquisiscono con impressionante
facilità.

Anche le erbe infestanti acquisiscono resistenza agli erbicidi così che
si genera una corsa sfrenata a produrre varietà sempre più modificate
per resistere a dosi sempre maggiori di veleni vecchi e nuovi.

Trenta anni fa ci furono grandi mobilitazioni. Gli sforzi generosi di
chi ha offerto tempo e passione, a rischio della propria sicurezza, per
questa causa, hanno fermato la produzione di OGM in Europa. Ma ecco che
al solito ciò che viene messo alla porta si ripresenta dalla finestra o
torna attrezzato per sfondare tutto ed entrare comunque. Così i TEA non
si presentano a caso accompagnati da una pressante campagna per la
diffusione di impianti nucleari contro cui si sono espressi ben 2
referendum. Impianti indispensabili (in aggiunta alle energie
finto-green che stanno assumendo grande importanza nel bilancio della
distruzione estrattivista in Italia) per la realizzazione
dell’industria 4.0 che vede anche il comparto agricolo ristrutturato a
suon di droni, sensori e centraline satellitari. Referendum rimasti
lettera morta anche per quel che riguarda la gestione pubblica
dell’acqua altra grande questione che riguarda tutte e tutti. Specie in
agricoltura.(13)

Crediamo opportuno che chiunque abbia a cuore l’ambiente e la propria
salute ed aspiri ad una società umana libera di evolversi sgravata
dall’oppressione parassita della finanza e del grande capitale debba
mobilitarsi oggi contro la folle corsa verso il disastro
ipertecnologico ed ultraliberista di cui l’introduzione generalizzata
di Organismi Geneticamente Modificati costituirà un importante
passaggio.

Conosciamo bene la frustrazione ed il senso di impotenza di chi
ostinatamente continua a battersi contro progetti transnazionali
sostenuti da interessi così potenti e spietati da non curarsi dei
disastri che causano né tantomeno delle legittime obiezioni di chi a
ciò si oppone.

Le difficoltà e lo sconforto non possono essere alibi per continuare ad
accettare che gli stati di cui siamo cittadini continuino il programma
di ‘valorizzazione’ del pianeta che ne sta comportando la crisi
ecologica ogni giorno di fronte ai nostri occhi.

Siamo noi occidentali che per primi dobbiamo essere disposti a cedere
una parte della nostra opulenza e del nostro privilegio per
riequilibrare la distribuzione delle risorse del pianeta terra verso i
gruppi umani che non vi hanno accesso e verso il non umano senza il
quale la nostra sopravvivenza non è possibile.

Non è più il tempo di fare le battaglie per il reddito, di rivendicare
una vita agiata per noialtri mentre assistiamo in diretta allo
sterminio del popolo palestinese. Di chiedere di essere inclusi nel
sistema che comporta la devastazione dell’ecosistema tutto. È tempo di
ripensare la nostra idea di benessere, la nostra idea di ricchezza.
Occorre smentire una volta per tutte la novella che narra di fonti di
energia che non costano nulla. Quando una macchina compie un lavoro
destinato ad un essere umano non è detto vi sia un risparmio di energia
ma al contrario spesso ne è richiesto un consumo enormemente maggiore.
Ciò è tanto più vero tanto più è complessa l’infrastruttura di cui
questa è componente. Fino al parossismo dell’agricoltura 4.0 con i suoi
sensori, le sue centraline, i suoi satelliti ed i suoi datacenter.
Quando coltiviamo cibo noi stiamo producendo energia. Il bilancio
energetico dell’agricoltura industriale è così mostruosamente
inefficiente che nessuno può seriamente affermare che sia
eco-sostenibile sfamare il mondo con i droni e gli OGM. Una quantità
sbalorditiva di gigawatt di energia vengono consumati ogni giorno
perché non ci sappiamo orientare nei luoghi che abitiamo e ci facciamo
trasportare dai navigatori. Perchè chiediamo al telefono ogni maledetta
informazione senza mandare a memoria un tubo. Fa fatica persino
ricordare. E faticare è brutto. Lo fanno i poveri. Si può faticare solo
in palestra dopo aver consumato una quantità di proteine che sfamerebbe
un villaggetto in Africa.

La sinistra progressista e borghese continua a spacciare l’utopia
mercantile di un mondo dove, sbarazzatisi di qualche cattivone
capitalista potremo finalmente stare in panciolle mentre una grande
fabbrica automatizzata produrrà ciò che è necessario alla vita di una
popolazione intenta nello svolgere i propri hobbies, fare sport,
viaggiare, gustare aperitivi. L’idea è che se in tutto il mondo si
potrà vivere in questo modo tutti saranno finalmente felici. Anche
ammesso che tutto il mondo voglia plasmarsi a immagine dell’occidente,
cosa totalmente falsa, residuo odioso dell’universalismo missionario e
coloniale, è noto e fuori discussione che non vi siano risorse
materiali per attuare questo disegno. È solo un mito creato dalla
necessità del capitale di estendere i propri mercati; la
giustificazione delle imprese coloniali impegnate via via
nell’esportare il vangelo, il progresso, la democrazia. Ed una
confortante scusa per godere del proprio privilegio senza odiosi sensi
di colpa. I proletari sanno che tutto questo non avverrà mai. Che il
potere e la ricchezza non verranno ridistribuiti spontaneamente da
coloro che cospirano costantemente per concentrarne nelle proprie mani
quote sempre maggiori Ed eleggono nazifascisti. Per essere almeno i
primi tra gli ultimi.

I proletari conoscono invece la fatica. La forza del proprio corpo che
lavora. Lavoro che può irrobustire o usurare o uccidere. Il lavoro di
una persona libera, lo sfruttamento di chi sta sotto il giogo del
padrone, dello stato, del sistema industriale.

I proletari conoscono la violenza. Quella che subiscono ogni giorno col
ricatto del salario o dell’indigenza. La violenza di dover obbedire col
rischio di poter rimanere senza casa, senza risorse, senza sostegni. I
poveri conoscono la violenza di poter essere venduti e comprati, usati,
trasportati, rinchiusi, seviziati.

Il sistema di produzione e consumo in cui ci siamo ritrovati incastrati
si alimenta crudelmente e senza sosta di ogni forma di vita e di
energia.

Affinchè un reale cambiamento del contesto globale avvenga dobbiamo
essere i primi ad essere disposti a cambiare realmente le nostre vite.
Rifiutarsi di proseguire sulla strada della guerra totale per il
controllo di risorse sempre più rare.

Ciò significa fare delle rinunce. Al molto di superfluo di cui ci
circondiamo. Soprattutto rinunciare al conforto morale di un comodo
attivismo dopolavoriale. Se la rivoluzione non è un pranzo di gala,
l’insurrezione non è una sfilata variopinta e l’ecologia non è il
capitalismo del silicio e del litio. Nè può limitarsi alla coltivazione
di verdure biologiche. In un momento in cui le possibilità
dell’opposizione legale sono confinate ad un sommesso borbottare per il
realizzarsi dei programmi spudorati del potere è necessario fare un
discorso serio sulle modalità, le forme, gli strumenti con cui
affrontare le nostre mobilitazioni. Con cui esercitiamo la nostra
azione politica. Le basi su cui impostare la discussione dovranno
essere i nostri desideri, le nostre possibilità e le nostre attitudini
etiche, pratiche. Il codice penale dovrà essere considerato un rischio
da tenere in considerazione. Mai un fondamento morale cui riferirsi. Al
di là dei limiti delle democrazie in sé, l’attuale assetto statale ha
perso gran parte delle caratteristiche di una democrazia liberale. E’
bene che coloro che intendono realmente opporsi ai disegni che vanno
delineandosi affrontino una riflessione che prenda atto dello stato
delle cose.

Le comode vie della protesta simbolica e dello sdegno un po’ ipocrita
hanno perso ogni credibilità. Non hanno nessuna forza. Il modello del
contropotere ha preso così tante batoste che può essere promosso solo
da chi ignora completamente la nostra storia nazionale degli ultimi 50
anni (Genova 2001 compresa). Da chi fa finta che le sollevazioni
popolari del mediterraneo arabo non siano state soppresse da feroci
regimi militari. Oppure da chi utilizza il movimento come leva per
acquisire posizioni personali.

Non possiamo più delegare la fatica del vivere. Non dobbiamo più
delegare l’organizzazione delle comunità umane al sistema della finanza
globalizzata o agli stati nazionali. Non vogliamo più delegare le
azioni necessarie a ridimensionare le pretese di un gruppo dirigente
sempre più esclusivo e strafottente.

Iniziamo qui e ora a riprenderci la terra, a riappropriarci del nostro
tempo, del nostro lavoro, delle nostre intelligenze. Celebriamo La Vita
che nonostante tutto sorge continuamente. Celebriamo le vite
innumerevoli nella loro diversità.

Abbandoniamo le strade battute della concertazione e del compromesso.
Quantomeno non limitiamoci a quelle.

Mostriamoci disponibili a mettere in discussione la nostra tranquillità
e la nostra sicurezza perché ne possano avere un po’ coloro che non ne
hanno per niente. Non chiediamo giustizia. Pratichiamola!

Smettiamo di lamentarci ed impariamo a mettere in discussione per
davvero da un punto di vista pratico, strategico, logistico lo status
quo che ci raccontano immutabile.

Per quanto tempo ancora ci sottrarremo alle nostre responsabilità?

(1) I padroni della terra: rapporto sull’accaparramento della terra
2022, FOCSIV (2) Liberare la terra dalle macchine, manifesto per
in’autonomia contadina e alimentare; Atelier Paysan; Libreria Editrice
Fiorentina (3) Rapporto qualità aria ARPAE 2023 (4) Perchè fermare i
nuovi OGM; S.Mori, F.Paniè; TerraNuova
(5) https://www.marciastoppesticidi.it/index.php?option=com_tags&view=tag&id[0]=66&Itemid=1579&lang=it (6) M.Ciervo Il pomodoro da industria in Italia;
(7) https://it.ejatlas.org/conflict/noccioleti-a-viterbo
(8) http://www.lab-ip.net/le-imprese-spin-off-della-ricerca-pubblica/
(9) https://ilsalvagente.it/2021/04/23/119219/ ; https://serenoregis.org/2019/09/20/ecco-come-il-pentagono-condiziona-e-finanzia-la-ricerca-scientifica-in-italia-antonio-mazzeo/ ; https://home.ba.infn.it/~nicotri/sito-nardulli/HIGHTECH.html
(10) note sull’inquinamento da pesticidi in Italia; ISPRA rapporto
nazionale pesticidi nelle acque
(11) https://fr.boell.org/it/2023/03/09/ingegneria-genetica-colture-ogm-piu-pesticidi (12) Su genetica ed epigenetica si veda il blog Nuova Biologia della Drsa Daniela Conti
(13) S.Albertazzi, Agricoltura industriale e acqua nella pianura
piacentina.