Riflessioni sul passaporto sanitario

La scelta governativa dell’istituzione di un passaporto sanitario per poter andare … a lavorare… mette in conto l’aperta discriminazione di chi osteggi la narrativa ufficiale relativa alla pandemia, pur di arrivare volenti o nolenti all’istituzione del ministero della verita’.

Qualsiasi sapiens, con cervello autonomo in dotazione, rabbrividisce di fronte a quella che viene presentata come un’opzione “insindacabile” in quanto “sorretta dal metodo scientifico”, per le evidenti analogie ai regimi autoritari del passato. Nel totalitarismo morbido,  o come preconizzato mezzo millennio fa da La Boetie’, nel tempo della servitu’ (oggi reclusione) volontaria, violenza fisica e coercizione diventano mezzi arcaici (… pur sapendo che, quando servono, i nostalgici non mancano mai …) ma la maggior parte del lavoro di irregimentazione e’ prettamente psicologico.

Lo spargere terrore alla bisogna e’ da sempre stato compito dei mass media, nel ruolo di quarto stato, ma nel conflitto tra giornalismo e controinformazione gioca un ruolo di primo piano la figura del debunker, novello cortigiano del minculpop (ministero della cultura popolare).

L’incapacita’ di ragionare e discernere con la propria testa e’ un potente risultato di (anni? decenni? secoli?) di vacanza cerebrale, la famosa ginnastica d’obbedienza che inizia presto nella vita sociale: nelle istituzioni di ogni ordine e grado, a scuola, in parrocchia, al lavoro.

Pensare l’uomo come animale gregario e’ un’idea del potere, riuscita alla fine a travalicare i confini, un tempo ristretti, dell’establishment culturale. Se un tempo, un secolo fa, essere di “sinistra” significava essere ancorati a idee di emancipazione, di sciogliere catene e costrizioni, nell’ottica di un ipotetico progresso sociale, oggi il soggetto sociale homo sapiens e’, nel poco fervido immaginario comune, soppiantato da un nuovo soggetto, l’homo tecnologicus.

Ritorna in auge l’icona sempreverde del capitalismo, quel falso self made man forgiato ad arte, alla bisogna, al passo coi tempi della scienza & della tecnica. L’omologazione alla nuova norma diventa un requisito necessario per accedere a una realta’ … aumentata, quel tanto che basta, per contraffarre una vita all’insegna della sottomissione e della perdita di autonomia.

Un self made man che, nella perdita di ogni possibilita’ di controllo sulla propria vita e sulle proprie scelte, diviene gregario per necessita’, rappresenta un’antica profezia che viene a compimento: quella della natura maligna e disumanizzante del potere.

L’unico progresso perseguito dall’orgia dei tecnocrati riguarda l’assoggettamento globale al campo di forza prescelto. Per entrare a pieno titolo nell’era del transumanesimo tocca abbandonare feticci e categorie dell’arcaico passato: usare l’intelletto e’ roba da boomers, totalmente decontestualizzata in un inferno presente di interiorizzazione dell’attitudine smart.

Tra le poche armi a nostra disposizione figura la passione, quella passione per la liberta’ che e’ piu’ forte di ogni autorita’. Un campo minato da molteplici interferenze, atte a screditarne sia la potenza che il significato, che e’ ora piu’ che mai necessario rimettere al centro del se`: non esiste nulla di piu’ automatizzato di un razionalista svuotato di ogni empatia.